Villa Ada, via Pezzana isolata: un anno per riparare un muro. «Noi, tagliati fuori da tutto»

Villa Ada, via Pezzana isolata: un anno per riparare un muro. «Noi, tagliati fuori da tutto»
Intrappolati da 233 giorni da quando la strada è chiusa, i mezzi Atac non passano più e per tornare a casa o si va a piedi o si percorre la trafficatissima viale...

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Intrappolati da 233 giorni da quando la strada è chiusa, i mezzi Atac non passano più e per tornare a casa o si va a piedi o si percorre la trafficatissima viale Parioli. In continua allerta, visto che l’assenza di transito favorisce gli agguati di bande dei razziatori di appartamenti e garage. Vivono così i romani che abitano in via Giacinta Pezzana, la strada ancora oggi sbarrata da transenne abbandonate su marciapiedi distrutti diventati piccole discariche. È uno degli angoli più belli di Roma quello che si affaccia su villa Ada e su quel muro perimetrale del parco crollato il 10 dicembre. «Blocco della viabilità, mezzi pubblici assenti e problemi di sicurezza». Stefano Cristaldi, tesoriere della Onlus che gestisce il vicino parco Mario Riva descrive le problematiche di chi dallo scorso anno aspetta che inizino i lavori.


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Un passo indietro: il muro crollato si trova su una strada del II Municipio, quindi spetta all’amministrazione locale il ripristino della sicurezza. Ma in realtà il crollo è stato causato da una frana all’interno di villa Ada, parco del Comune. Il II Municipio non si è arreso, non ha atteso che il Campidoglio stanziasse fondi (avrebbe dovuto aspettare mesi per la variante del bilancio) e ha trovato da solo i fondi (750 mila euro). Nessun aiuto dal Comune, quindi, nonostante i lavori richiedano un’ingente somma e siamo molto complicati. Intanto il cantiere vero e proprio non è stato ancora aperto. «I lavori sono imponenti – spiega Gian Paolo Giovannelli, assessore ai Lavori Pubblici del II Municipio – non è solo un muro caduto, siamo in presenza di una frana». Sono stati effettuati i carotaggi, gli studi geologici sul terreno, è stato redatto il progetto che a giorni verrà firmato dal direttore degli uffici tecnici. Poi? «Il progetto dovrà essere approvato dal Genio Civile e potrebbero volerci altri due mesi» spiega l’assessore. Il piano deve passare per forza per l’organo statale vista la complessità dei lavori, servono valutazioni tecniche approfondite. Ma non è finita. Dopo il sì del Genio Civile si dovrà far partire la gara per assegnare i lavori. «Si tratta, tra l’altro, di installare dei piloni di 20 metri in profondità e attendere un mese per far asciugare il cemento» aggiungono dal Municipio. Si stima che la situazione torni alla normalità a dicembre, a un anno dal crollo quindi.

«L’area doveva essere controllata prima, solleviamo il problema della mancata manutenzione» aggiunge Cristaldi. Perché a qualche metro dalla frana scorre un fiumiciattolo e quando piove si gonfia di acqua. Probabilmente è stato quel flusso la causa del cedimento. 

«Quel tratto di villa è stato strappato ai romani – dice Lorenzo Grassi, presidente dell’Osservatorio Sherwood – capisco che a causa del Covid-19 ci siano stati dei rallentamenti, ma mi auguro che al più presto inizino i lavori». Nessuna ruspa per ora è stata avvistata dai residenti: solo transenne precipitate e marciapiedi usati da chi a bordo di scooter prova a superare lo sbarramento.
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Il Messaggero