Una questione di pochi secondi. I vigili sono impegnati nella gestione del traffico. Intanto due teppisti danno fuoco a un’auto di servizio vicino Ponte Milvio, accendendo...
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Dietro di lui il finimondo: «Aho ma che c.... stanno a fa», si chiede lo scooterista, reporter per caso. Dal corteo ordinato dei tifosi si sono appena materializzati due giovani a volto coperto. Uno dei due si avvicina alla macchina dei vigili e brandisce un oggetto contro il vetro anteriore. Il colpo è secco, il vetro immediatamente si frantuma. «Probabilmente hanno utilizzato la punta della candela del motore», spiegano gli inquirenti. Il complice lo segue come un’ombra. In mano ha un fumogeno, che dopo l’accensione, deposita dentro l’auto lasciata incustodita. Prenderà fuoco poco dopo. La scena dura pochi secondi.
Gli agenti non hanno nemmeno il tempo di intervenire: i due tifosi si sono già dileguati fra la folla. Indossano lo stesso paio di scarpe. Lo stesso modello di jeans. Come se l’azione di guerriglia urbana, una delle tante nel corso del pomeriggio di fuoco, in cui tre vetture dei vigili sono state incendiate, fosse stata premeditata con certosina attenzione.
IL MOVENTE
La frangia estrema del tifo laziale non avrebbe gradito la nomina, dal presidente Claudio Lotito, dell’ex questore di Roma Nicolò D’Angelo, presentato lo scorso 14 maggio come responsabile sicurezza del club. E il big match contro l’Atalanta, questa l’ipotesi degli investigatori, sarebbe diventato il palcoscenico perfetto per lanciare un segnale preciso. Anche alle forze dell’ordine, costrette a fronteggiare per ore lanci di oggetti, bottiglie e bombe carta.
IL PROCESSO
Individuare tutti i responsabili dei disordini sarà complicato. Ma non impossibile. Sono tante le riprese, anche amatoriali, che dalla notte della partita hanno iniziato a rimpolpare il database della Digos. A fronte di almeno un centinaio di facinorosi, per ora, infatti, solo tre tifosi sono stati arrestati per la guerriglia urbana. Due di loro, accusati del «lancio di vari oggetti e fumogeni» a volto coperto contro le forze dell’ordine, nel corso della convalida d’arresto di venerdì mattina a piazzale Clodio, si sono difesi invocando lo scambio di persona. Il terzo, invece, aveva il volto semicoperto. E per il lancio di un fumogeno ha patteggiato una pena di due mesi e 20 giorni.
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Il Messaggero