Ucciso dal bus a Roma, nel mirino anche un furgone

Potrebbe esserci presto una svolta nell'inchiesta sul decesso di Simone Vizzarro, 31 anni, travolto e ucciso da un bus dell'Atac dopo aver perso il controllo del motorino...

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Potrebbe esserci presto una svolta nell'inchiesta sul decesso di Simone Vizzarro, 31 anni, travolto e ucciso da un bus dell'Atac dopo aver perso il controllo del motorino su cui viaggiava, in zona Circo Massimo. Per il momento, l'unico indagato è l'autista del mezzo pubblico, Claudio Mauti: nei suoi confronti la Procura procede per omicidio colposo e omissione di soccorso. Il sospetto degli inquirenti, però, è che ci possa essere una seconda responsabilità per l'incidente. Il giovane, infatti, scivolando sull'asfalto avrebbe urtato un furgoncino bianco parcheggiato sul suo stesso senso di marcia e, di rimbalzo, sarebbe poi finito sotto le ruote dell'autobus.

A quanto sembra, il veicolo sarebbe stato posteggiato in modo irregolare: secondo alcuni testimoni era fermo oltre le ultime strisce blu, in prossimità di una curva. Dai rilievi effettuati dai vigili del I gruppo sembra emergere che, se non avesse urtato il furgone, il corpo di Simone sarebbe rimasto sul lato della strada, senza incastrarsi sotto le ruote del bus. Se questa ricostruzione venisse confermata, anche il prioritario del veicolo rischierebbe l'iscrizione sul registro degli indagati. Il mezzo, a detta dei testi, si è allontanato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. I risultati dell’autopsia, che verrà eseguita oggi dal dottor Giorgio Bolino, dovranno invece chiarire se il trentenne sia deceduto a causa dell’impatto con l'asfalto o per la manovra dell'autista Atac.
 
L'INCIDENTE
I fatti risalgono a lunedì scorso. Sono le 12.30, Vizzarro è a bordo del suo Scarabeo blu e si sta recando al lavoro. Mentre sta percorrendo la salita di via del Circo Massimo in direzione piazza Ugo La Malfa perde il controllo del mezzo, forse perché toccato da un altro veicolo. Scivola sull'asfalto e urta un furgoncino parcheggiato sul lato della strada. Finisce quindi sotto le ruote di un autobus che lo affianca. Alla guida del mezzo c'è Mauti. Il conducente frena, scende dal bus. Poi, però, torna a bordo e riparte. Ascoltato dai vigili, l'autista che dice che non pensava di essere stato lui a travolgere il giovane. Poche ore dopo, viene indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso.


La Municipale effettua i primi rilievi sull'asfalto: sul suolo c'è un segno netto, lasciato dal cavalletto dello scooter mentre il mezzo scivolava. La traiettoria conduce al furgone, di proprietà di un urtista, posteggiato sul lato della carreggiata. Il veicolo è in posizione irregolare, perché è fermo oltre le linee blu e in prossimità di una curva. Un'ipotesi di chi indaga è che se non ci fosse stato quel furgoncino il ragazzo non sarebbe finito sotto le ruote del bus.
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Il Messaggero