Roma, uccise con un pugno un turista a Termini: assolto per “vizio totale di mente”

Roma, uccise con un pugno un turista a Termini: assolto per “vizio totale di mente”
È stata confermata in appello l'assoluzione per vizio totale di mente di Biagio Minucci, il 27enne di Avellino che nell'agosto 2013 uccise, picchiandolo, Mohammed...

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È stata confermata in appello l'assoluzione per vizio totale di mente di Biagio Minucci, il 27enne di Avellino che nell'agosto 2013 uccise, picchiandolo, Mohammed Laabid, un turista marocchino di 70 anni che era in fila alle biglietterie della Stazione Termini di Roma. L'ha deciso la I Corte d'assise d'appello con una sentenza con la quale ha confermato la decisione del gup del 3 novembre dello scorso anno dopo il rito abbreviato. Era il 14 agosto 2013 quando, intorno alle 5 della mattina, gli agenti della Polfer in servizio alla Stazione Termini furono allertati dalla presenza di un uomo riverso in terra e col volto coperto di sangue. Sul posto - all'interno dell'atrio della biglietteria - trovarono un magrebino che riferì loro di aver assistito a un pestaggio, e che era riuscito a fermare l'aggressore. Quanto raccontato veniva confermato dalle telecamere posizionate in stazione. Davanti alla biglietteria, i video registrarono l'aggressione, con un pugno sferrato nei confronti di Laabid, che rovinava a terra esponendosi a ulteriori colpi sul volto e sulla nuca. Minucci - nei confronti del quale il padre aveva sporto denuncia di scomparsa - fu arrestato; secondo quanto al tempo si apprese, sostenne che la vittima era caduta a terra mentre lui stava cercando di riprendersi il telefonino che gli era stato sottratto. Per il turista marocchino, giunto in ospedale in gravissime condizioni, non ci fu nulla da fare; morì di lì a poco. In sede di giudizio abbreviato, Minucci fu sottoposto a perizia psichiatrica e ritenuto incapace d'intendere e volere in quanto affetto da schizofrenia, e quindi assolto con la formula perché il fatto non costituisce reato per vizio totale di mente, con ordine di ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario per 5 anni. Questa decisione è stata impugnata dalla parte civile; e oggi, i giudici d'appello, hanno confermato la sentenza del gup.
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Il Messaggero