Condanna quasi dimezzata in appello per Augusto Nuccetelli, il 53enne romano che nell'aprile del 2016 uccise l'ex convivente, Assunta Finizio, dopo averla attirata con una...
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I FATTI
Era il 20 aprile 2016 quando, poco dopo le 19, si scoprì che dietro a una serie di spari esplosi in un bar non c'era una rapina, bensì l'uccisione di Assunta Finizio, ex convivente di Nuccetelli, allontanatasi tempo prima da casa insieme con il figlio per motivi di gelosia. La donna era stata fatta bersaglio di quattro colpi di pistola. Da subito emerse che era stato proprio Nuccetelli a sparare. L'uomo, stando alle testimonianze di chi quel giorno si trovava sul posto, tentò la fuga, sbarazzandosi dell'arma in una stradina limitrofa al bar. Furono passanti e clienti dell'esercizio commerciale ad allertare la polizia; intervenuti, gli agenti riuscirono a fermare l'uomo, il quale, portato in Questura, ammise le proprie responsabilità. I due conviventi, secondo quanto al tempo si apprese, erano spesso protagonisti di litigi, forse per una relazione extraconiugale dell'uomo.
La coppia viveva a Corcolle, a dieci minuti di macchina da via di Lunghezza. Assunta era la seconda moglie di Augusto, dal primo matrimonio lui aveva avuto due figli che sono ormai grandi. Il figlio avuto con Assunta (all'epoca dei fatti 17 enne) fece commuovere le persone accorse dopo gli spari. Quel tragico giorno fu lui, infatti, a consolare e ad accarezzare il viso della nonna disperata davanti al bar dell'omicidio. La madre di Assunta non resse al dolore e si sente male, un ambulanza del 118 arrivò a soccorrerla. «Era così bella, mia figlia, e quello me l'ha uccisa», riuscì a dire prima di essere portata via. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero