Roma e i turisti confusi: «Scusi, ma questo che fiume è?»

Roma e i turisti confusi: «Scusi, ma questo che fiume è?»
Andrea lo racconta incredulo: «Degli stranieri mi hanno fermato sul ponte Cavour e mi hanno chiesto: “Excuse me, what river is this?”». Che fiume...

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Andrea lo racconta incredulo: «Degli stranieri mi hanno fermato sul ponte Cavour e mi hanno chiesto: “Excuse me, what river is this?”». Che fiume sarà mai quello che scorre al centro di Roma?


Da tempo le guide turistiche riferiscono aneddoti sull’ignoranza dei visitatori nella città eterna, divenuta a quanto pare ancora più eclatante da quando le nostre strade sono invase da un formicaio di cinesi, di russi o di americani che non si erano mai allontanati da casa. Migliaia, milioni di persone ignare e confuse che oggi sono qua, ieri probabilmente erano a Venezia, domani saranno a Parigi, dove magari si chiederanno come si chiama quell’altissimo obelisco tutto di ferro, e poi verranno catapultati a Londra ad ammirare la bellezza del Prado, quel famoso museo dove è esposta la Gioconda di Michelangelo.

Il mondo è cambiato, e se vogliamo il turismo di massa con i suoi lauti proventi poi non possiamo pretendere di accogliere solo archeologi e intellettuali come ai tempi di Gregorovius, di Goethe o di Stendhal. Né si deve sopravvalutare il passato: proprio Stendhal raccontò di aver visto un viaggiatore inglese fare irruzione nel Colosseo in sella al suo cavallo e ammirato dall’imponenza del monumento esclamare: «Questo edificio mi piace, sarà magnifico quando sarà finito».

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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