Roma, il fortino dei clan era la casa di un disabile al Tufello: chi è Francesco Guccini, l'insospettabile cassiere dei boss

Gli agenti si sono messi sulla sua scia dell'uomo seguendo il ragazzo che ogni giorno gli portava a casa i panini per il pranzo, dal momento che lui non poteva muoversi

Roma, il fortino dei clan era la casa di un disabile al Tufello: chi è Francesco Guccini, l'insospettabile cassiere dei boss
Insospettabile e sulla sedia a rotelle. Francesco Guccini, 67 anni, pensionato, ma con precedenti, in realtà, nella sua abitazione del Tufello, in via Monte Sirino, celava...

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Insospettabile e sulla sedia a rotelle. Francesco Guccini, 67 anni, pensionato, ma con precedenti, in realtà, nella sua abitazione del Tufello, in via Monte Sirino, celava un autentico fortino dello spaccio. Più in particolare era una sorta di cassiere, dal momento che, stando agli investigatori del III Distretto Fidene Serpentara che l'altro giorno lo hanno arrestato, faceva la "retta" per qualche boss di quartiere anche dei soldi provento del traffico di droga. In casa il "nonnino" custodiva, conto terzi, 365 grammi di cocaina, 881 grammi di eroina, 245 grammi di hashish, 2 pistole revolver, 36 proiettili calibro 22 e ben 36.000 euro in contanti. Ora è gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi da sparo.

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I LEGAMI

Insospettabile. Ma non al punto da sfuggire ai radar della squadra giudiziaria del distretto che appena pochi giorni fa aveva stretto le manette ai polsi dei due presunti attentatori alla vita di Marco Canali, alias "mezza recchia", 47 anni, il cui nome era già apparso nell'inchiesta sugli "Intoccabili" del Tufello che nel novembre del 2018 portò all'arresto di 20 persone per droga e armi collegate al clan Primavera di San Basilio. A Canali, il 22 febbraio, in due, Fabio Salandri e Marco Antoniucci, spararono a bruciapelo alle gambe. Lo fecero a volto scoperto, ma Canali si è ben guardato dal collaborare con la polizia che, però, è arrivata lo stesso a smascherare i suoi assalitori. Tornando all'invalido sulla sedia a rotelle, è indagando sui clan che spadroneggiano e si contendono le "piazze" a Nord-est di Roma, che i poliziotti sono giunti fino a lui.

Residente a pochi passi dal 47enne vittima dell'agguato, gli agenti si sono messi sulla sua scia seguendo il ragazzo che ogni giorno gli portava a casa i panini per il pranzo, dal momento che lui non poteva muoversi. Il nonnino chiamava e si faceva portare a casa il panino, puntualmente. Fino a venerdì, quando insieme al garzone si sono presentati i poliziotti. Guccini, d'altronde, era una loro vecchia conoscenza e gli agenti avevano avuto notizia che nella sua abitazione vi fosse della sostanza stupefacente pronta per essere trasportata in un luogo più sicuro. E durante la perquisizione non solo ne hanno avuto la conferma, ma hanno scoperto ben altro. In casa Guccini aveva una rivoltella antica "a spillo" e una rivoltella "Taurus 38", entrambe scariche e 36 proiettili calibro 22 "short".

LA CHIAVE

Inoltre, sono stati rinvenuti due involucri di cellophane di circa 50 grammi di cocaina, 881 grammi di eroina e 245 grammi di hashish. È stata, infine, sequestrata la somma di oltre 36mila euro in contanti suddivisa in banconote di vario taglio custodite all'interno di una cassaforte celata dietro un quadro. Secondo gli inquirenti, ogni mille euro custoditi, Guccini intascava una quota di 70 euro mensili. Avendo rinvenuto una chiave di cui l'uomo non sapeva fornire indicazioni precise, la perquisizione è stata poi estesa ai locali del condominio fino all'ultimo piano, dove è stata trovata una porta che i poliziotti hanno aperto proprio con la chiave trovata poco prima. Una volta al suo interno, dietro ad alcuni materassi appoggiati al muro, sono stati rinvenuti due involucri in cellophane contenenti circa 315 grammi di cocaina. Ultimati gli accertamenti l'uomo è stato portato presso gli uffici di polizia e arrestato. Dopo la convalida, nei suoi confronti è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero