Trascinata dalla metro a Roma, macchinista sospeso e senza stipendio: «Ma ora dovete licenziarlo»

ROMA La lettera è partita dalla sede dell'Atac ieri: Gianluca T., il macchinista della Metro B che mercoledì sera era alla guida del treno partito da Termini...

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ROMA La lettera è partita dalla sede dell'Atac ieri: Gianluca T., il macchinista della Metro B che mercoledì sera era alla guida del treno partito da Termini con una passeggera impigliata alle porte esterne e trascinata sulla banchina per decine di metri, è stato sospeso dalla paga e dal servizio. L'azienda ha già nominato una commissione d'indagine col compito di ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. In teoria il procedimento disciplinare potrebbe portare fino al licenziamento. Quello che chiedevano ieri i passeggeri della metropolitana romana, rimasti sbigottiti davanti alle immagini delle telecamere che hanno ripreso il conducente intento a mangiare (pare fosse un panino...) mentre il treno abbandonava la stazione con una donna incastrata al portellone.


SOTTO ACCUSA
Il dipendente dell'Atac, alla guida dei treni della metro B da circa un anno, verrà sentito nei prossimi giorni dalla commissione disciplinare. «Non posso dire nulla, in questo momento voglio solo restare in pace», ha detto ieri al telefono. Mentre ai colleghi ha spiegato che «dallo specchietto non ho visto niente di anomalo, come ho detto anche alla polizia. Quando sono partito le porte mi sembravano tutte chiuse, il treno mi ha sempre dato possibilità di trazione», significa che il sistema di ricognizione interno non avrebbe segnalato anomalie negli sportelli.

LE LEVE DI ALLARME
Resta da capire se abbia funzionato o meno il sistema di allarme. Alcuni testimoni hanno riferito di avere tirato le leve nei vagoni (che in ogni caso azionano solo un allarme acustico, che viene ripetuto in cabina di guida in modo da allertare il macchinista), anche se dai primi risultati dell'indagine interna risulterebbe che nessun passeggero abbia azionato il comando. Duri i commenti di alcuni amici: «Irresponsabile, non ci sono altre parole per una condotta simile. Va licenziato». Tranchant i commenti di turisti e pendolari che a Roma utilizzano la metropolitana. Ieri alla fermata di Barberini il giudizio dei viaggiatori era unanime: «Quelle immagini sono scioccanti. Quel macchinista mangiava tranquillamente e non si è accorto che la signora era rimasta incastrata tra le porte. Una sequenza orribile», dichiara Francesca, negoziante cagliaritana in vacanza da un'amica nella Capitale. Le fa eco Antonio, fiscalista napoletano: «Prendere la metro dopo avere letto di questa notizia mi mette i brividi».

LO SGOMENTO

Nella subway capitolina, gli utenti ormai sono abituati a tutto: due anni esatti fa il piccolo Marco, di soli 4 anni, moriva precipitando nella tromba dell'ascensore guasto alla fermata Furio Camillo della linea A; nel 2006 in uno scontro fra treni a Vittorio Emanuele morì una giovane ricercatrice universitaria. Ma quei videogrammi lasciano il segno, sarebbe potuto capitare a chiunque. «Speriamo che la donna rimasta ferita stia meglio - dice Anna Ferrari, commessa che abita sull'Appia - Anche il macchinista ora sarà disperato, ma non si può mangiare mentre si svolge una mansione così delicata. Vanno presi provvedimenti e migliorati gli standard di sicurezza perché non succeda mai più». C'è sconcerto per l'accaduto. «Mio padre era un macchinista - dice Marta, 24 anni, studentessa - so che un treno è lungo cento metri e che senza monitor a bordo è praticamente impossibile vedere bene fino in fondo. Ma ciò non toglie che non si sarebbe mai messo a mangiare ai comandi».
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Il Messaggero