Operazione antidroga dei carabinieri del Comando provinciale di Roma nel quartiere Tor Bella Monaca, alla periferia della Capitale. Sono ventinove le persone arrestate e altre 4...
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Dalle prime luci dell'alba, i carabinieri stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 33 persone, considerate appartenenti a un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata a Roma, con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca. A quanto accertato c'erano anche giovani vedette, in costante contatto telefonico con gli spacciatori, che li avvisavano dell' eventuale arrivo delle forze dell'ordine.
In caso di arresto, l'organizzazione garantiva la tutela legale con l'erogazione di una vera e propria «indennità» per il mantenimento della famiglia del pusher, differenziata a seconda che si trattasse di custodia cautelare in carcere o di arresti domiciliari facendo carico anche delle spese legali. I dettagli dell'operazione saranno resi noti alle 11 durante un incontro con la stampa nella sede del Comando Provinciale Carabinieri di Roma, alla presenza del procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino.
Cancelli per bloccare le forze dell'ordine. Per proteggere le spalle ai suoi pusher e dimostrare di essere il 'padrone' di quella strada il capo dell'organizzazione smantellata dai carabinieri, che hanno eseguito all'alba 29 arresti, aveva posizionato in due occasione cancelli alti 5 metri in una strada di Tor Bella Monaca, alla periferia di Roma. A quanto reso noto dagli investigatori, sono intervenuti due volte a distanza di pochi giorni in via San Biagio Platani, base operativa del sodalizio dedito allo spaccio di droga, per rimuoverli. Secondo gli inquirenti, il giro di affari dell'organizzazione era di circa 20 mila euro al giorno. I pusher guadagnavano in media 100 euro al giorno e anche le vedette. Accertato anche un episodio di estorsione nei confronti di una guardia giurata che, non avendo la possibilità di pagare la cocaina acquistata, è stata costretta a cedere al gruppo criminale due pistole. Armi che, secondo gli investigatori, dovevano essere utilizzate per regolare alcuni conflitti legati allo spaccio di droga sul territorio, ma che grazie a un intervento dei carabinieri è stato evitato.
Turni di spaccio davanti ai bambini. Lo spaccio di droga avveniva tutti i giorni, dalle prime ore del mattino sino a tarda notte, con veri e propri turni di «servizio» svolti dai vari pusher negli androni condominiali e nei parcheggi di due palazzine popolari contigue, in via San Biagio Platani.
Il Messaggero