Roma, l'ultimo sfregio di Tor Bella Monaca: strappata l'opera di JR con i volti dei residenti, dava fastidio ai pusher

Roma, l'ultimo sfregio di Tor Bella Monaca: strappata l'opera di JR con i volti dei residenti, dava fastidio ai pusher
Dava fastidio alle vedette. Quel via vai di persone che si fermavano ai piedi del palazzo per scattare foto e selfie davanti all'opera dell'artista, disturbava il business...

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Dava fastidio alle vedette. Quel via vai di persone che si fermavano ai piedi del palazzo per scattare foto e selfie davanti all'opera dell'artista, disturbava il business sulla piazza di spaccio. Ed è per questo, secondo indiscrezioni, che qualcuno l'altra notte si è arrampicato sulle facciate dei palazzoni popolari di Tor Bella Monaca per vandalizzare l'opera dell'artista francese JR, il murale Inside Out.

Il murale 


Il murale, realizzato nel palazzo del Museo Laboratorio di Sant'Egidio, e composto dalle foto di 150 persone del quartiere, sarebbe stato strappato per circa due metri partendo dal basso. L'opera era stata inaugurata nemmeno due mesi fa al Festival dello Stupore. «È l'ennesima sfida che chi gestisce quelle piazze fa all'amministrazione - spiega Nicola Franco, presidente del VI Municipio -. Forse chi ha compiuto questo gesto, era infastidito dall'attenzione e dalle tante persone che andavano lì a guardare e a fotografare l'opera. È chiaro che queste persone considerano il territorio roba loro, non accessibile agli altri. Deve quindi continuare il nostro impegno per riprenderci i nostri quartieri e ridargli dignità».

A Tor Bella le pareti parlano. E non è un caso che il linguaggio della mala negli anni si sia espresso anche con le raffigurazioni di boss e mammasantissima in certi casi venerati, vivi o morti, come autentici patroni. Un segno di prestigio criminale e di rispetto da pretendere dalla manovalanza o da bande rivali. Nel maggio 2018 un maxi blitz notturno della polizia locale aveva cancellato con una mano di vernice i simboli della «devozione» verso esponenti dei clan, i murales dedicati a Serafino Cordaro, ritenuto esponente di un clan e ucciso fuori dal suo bar, e l'altro in memoria di Antonio Moccia, morto a 20 anni in un incidente. L'opera di JR rappresentava invece la barte "buona". Ma dava fastidio a chi si ritiene padrone del quartiere e delle vite di chi lo abita.

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Il Messaggero