Una tomba di 2300 anni fa, intatta, chiusa ancora dalla possente lastra di travertino come porta dell'aldila'. E al suo interno le sepolture di quattro individui. Gli...
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Una sorpresa inaspettata, nell'estrema periferia della Capitale, riaffiorata a quattro metri di profondita' in un banco tufaceo dello scavo in zona Tiburtina, localita' Case Rosse (presso il Tecnopolo) durante i lavori per il raddoppio dell'acquedotto di Castell'Arcione-Salone condotto dall'Acea. L'intervento di archeologia preventiva della Soprintendenza di Roma guidata da Francesco Prosperetti e' stato provvidenziale.
A sorprendere gli archeologi diretti da Stefano Musco e' lo stato di conservazione della tomba sotterranea: qui si vedono gli scheletri di due uomini adagiati sui "letti" laterali (i presunti atleti di 50 e 39 anni) mentre una donna accovacciata (l'eta' resta ancora da identificare) e un uomo tra i 35 e i 45 anni, sono riversi a terra, al centro.
Intorno ai corpi, il corredo: 25 pezzi di ceramica tra vasi e piatti a vernice nera con decorazioni bianche di motivi vegetali. Non solo, anche una moneta databile tra il 335 e il 312 a.C. mentre dentro due coppe sono state identificate le ossa di resti animali (coniglio, capretto o agnello) lasciate secondo il rituale del banchetto che accompagna il defunto. Una datazione complessiva per la tomba tra il 320 e il 310 a.C. Ad annunciare la scoperta, il soprintendente Prosperetti e il presidente di Acea, Luca Lanzalone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero