Roma, ticket sanitari evasi: truffa alla Asl

Roma, ticket sanitari evasi: truffa alla Asl
Impegnative mediche contraffatte, dati informatici modificati, per mettere in piedi un maxi raggiro: migliaia di pazienti pagavano regolarmente per effettuare esami diagnostici,...

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Impegnative mediche contraffatte, dati informatici modificati, per mettere in piedi un maxi raggiro: migliaia di pazienti pagavano regolarmente per effettuare esami diagnostici, ma poi i responsabili della clinica facevano figurare gli stessi pazienti come «esenti da ticket» e chiedevano pure il rimborso a diverse Asl della capitale e al Sistema sanitario regionale. Risultato: il prezzo della prestazione veniva incassato due volte. Non è tutto: al Sistema sanitario sarebbero state anche addebitare prestazioni che, in realtà, erano state svolte privatamente. Le visite venivano oltretutto rendicontate con mesi di ritardo, per insabbiare il fatto che fosse stato sforato il tetto di spesa previsto per le prestazioni in convenzione. La clinica in questione è il centro diagnostico Bramante, e ora vertici e tre dipendenti rischiano di dover restituire più di un milione di euro. È la richiesta del pm della Corte dei Conti, Bruno Tridico: il danno erariale contestato è di 1,4 milioni di euro. Il pm contesta la «contraffazione di impegnative mediche e la modifica dei dati informatici», per far figurare come «esenti da ticket pazienti che, in realtà, non erano tali e avevano corrisposto il relativo importo per lo svolgimento dell’esame diagnostico». Un trucchetto che si sarebbe ripetuto 3.216 volte. Gli inquirenti contestano anche lo sforo del tetto massimo di spesa disposto per le strutture sanitarie come quella finita nell’occhio del ciclone. Un’irregolarità resa possibile contabilizzando in ritardo le prestazioni.

La procura contabile contesta anche l’effettuazione di risonanze senza la presenza di un anestesista rianimatore. Secondo la normativa, infatti, questa figura «deve essere disponibile all’interno della struttura». Le tesi difensive non sono state accolte dalla procura, che ha chiesto la citazione in giudizio degli indagati. Fra le fonti di prova acquisite dagli inquirenti, anche alcune registrazioni nelle quali si sentirebbero alcuni dipendenti parlare dei ticket falsificati: materiale finito agli atti dell’inchiesta contabile. Ora, sarà il processo a fare chiarezza su quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza e dalla procura di viale Mazzini.
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Il Messaggero