Roma, le bici del bike sharing buttate nel Tevere: la secca le fa riaffiorare

Roma, le bici del bike sharing buttate nel Tevere: la secca le fa riaffiorare
Il bike sharing di Roma finisce nel Tevere. Le foto delle bici verdi o arancio che affiorano dal fiume ne sono la prova. Nuovissime, appena approdate nella Capitale, sono state...

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Il bike sharing di Roma finisce nel Tevere. Le foto delle bici verdi o arancio che affiorano dal fiume ne sono la prova. Nuovissime, appena approdate nella Capitale, sono state buttate in acqua come roba vecchia da qualche incivile, probabilmente per puro divertimento. Nelle foto scattate durante un sopralluogo lungo le sponde del fiume se ne possono contare almeno cinque.

 
«Non vogliamo dare risalto alla stupidità - dice il general manager della start up Obike - il servizio funziona molto bene a Roma tanto che in soli due mesi di attivitià abbiamo fatto ventimila corse. I romani sono molto soddisfatti e lo dimostrano con feedback positivi che riceviamo ogni giorno dagli utenti. Ora abbiamo molte richieste per allargare il servizio al VII Municipio». E le bici perdute nel Tevere? Quante sono quelle rubate o distrutte? «Pochissime, meno del 5 per cento sono le biciclette gravemente danneggiate, solo una risulta incidentata» risponde il general manager. Significa che almeno 80 bici, su 1.700 presenti oggi a Roma, sono state irreparabilmente rovinate e in alcuni casi, come si vede dalla foto, gettate nel fiume.

Le due ruote in condivisione funzionano con un lucchetto automatico alla ruota posteriore che può essere aperto solo dagli utenti registrati e con l'apposita app, esattamente come per le auto Enjoy o Car to go. Il sistema di chiusura, tuttavia, non permette di ancorare le bici a pali o ringhiere cosicché chiunque può sollevarle di peso e portarle via. Le bici sono tutte dotate di sistema di geolocalizzazione ma è evidente che se l'obiettivo è gettarle nel Tevere diventa del tutto superfluo. 


Il servizio di bike sharing è gestito da due società (Obike di Singapore e Gobee.bike) che hanno portato a Roma centinaia di bici per spostamenti veloci nel traffico della capitale, a bassissimo costo e zero impatto ambientale. Per tanti che usufruiscono del servizio e lo trovano comodo e conveniente, ce ne sono altri che, in barba a qualsiasi regola di civiltà, si liberano delle bici un po' dove capita e, appunto, persino nel Tevere. Una pratica che purtroppo non è esclusiva romana: episodi analoghi sono stati denunciati anche a Torino (dove le hanno gettate nel Po), Firenze (in Arno) e Milano (nei Navigli). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero