Il rischio di alluvioni del Tevere a Roma riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari dove vivono e lavorano circa 250 mila persone: la più elevata esposizione...
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Roma, è stato sottolineato, «ha zone in grande difficoltà anche solo per un acquazzone» anche a causa di «un sistema fognario in parte non in perfetta efficienza: manca la corretta e continua manutenzione dei tombini e sono inefficienti e in gran parte scomparse per sversamento dei rifiuti e vegetazione spontanea circa 700 km di indispensabili vie d'acqua tributarie del Tevere e dell'Aniene, come canali, fossi e sistemi di scolo».
«I romani da decenni - ha spiegato il segretario generale dell'Autorità di distretto idrografico dell'Italia centrale Erasmo D'Angelis - hanno buttato di tutto in questi fossati, non si vedono neanche più, Roma si allaga perché l'acqua non scorre più. Abbiamo l'urgenza di riscoprire la cultura fluviale?».
Esiste anche un rischio frane: secondo le analisi dell'Autorità di distretto sono 28 le aree perimetrate a rischio frana, e i siti soggetti a fenomeni franosi nel Comune di Roma sono 383. Particolarmente a rischio la collina di Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina. Nel fiume Tevere sono inoltre stati individuati dalla Guardia Costiera 22 relitti di natanti «affondati e mai recuperati» da Castel Giubileo alla foce, alcuni dei quali in centro storico e in prossimità dei ponti.? «Dai nostri dati il rischio che corre Roma è serio e va preso sul serio - ha concluso D'Angelis - la città è cresciuta, le aree sono impressionanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero