Roma, tassista violentata, condannato a 7 anni e mezzo lo stupratore

Roma, tassista violentata, condannato a 7 anni e mezzo lo stupratore
È stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione Simone Borgese, il 34 enne accusato di aver picchiato, violentato e rapinato l'8 maggio del 2015 una tassista...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione Simone Borgese, il 34 enne accusato di aver picchiato, violentato e rapinato l'8 maggio del 2015 una tassista da cui si era fatto accompagnare in zona periferica a sud di Roma. Lo hanno deciso i giudici della V sezione penale del Tribunale di Roma. L'uomo, accusato di lesioni, violenza sessuale e rapina, è stato anche condannato al risarcimento di 30 mila euro a favore della vittima di diecimila euro al Comune di Roma.




Nei suoi confronti il pm Eugenio Albamonte aveva sollecitato una condanna a 7 anni di reclusione. L'uomo è imputato anche in un altro processo, fissato per il 5 aprile prossimo, per un secondo caso di stupro ai danni di una ragazza di 17 anni che sarebbe stata molestata all' interno di un ascensore nel giugno dello scorso anno. Borgese confessò subito lo stupro e nel corso dell' interrogatorio di garanzia si dichiarò colpevole e attribuì il suo gesto ad un «raptus» che gli aveva «rovinato la vita».

A Borgese gli uomini della Squadra Mobile arrivarono a 48 ore dalla violenza sessuale grazie alla preziosa testimonianza di un collega della tassista vittima dello stupro. Il tassista aveva riconosciuto nell'identikit reso noto dalla Questura un passeggero che pochi giorni prima aveva accompagnato a Ponte Galeria, dove vive il nonno di Borgese, la stessa zona dove era stato consumato lo stupro.

Il tassista raccontò agli investigatori che Borgese arrivato a destinazione spiegò di non avere i soldi per pagare la corsa ma, a garanzia del futuro pagamento, fornì il numero del suo cellulare. Un elemento che poi è risultato fatale allo stupratore: dal numero di cellulare dato dal tassista gli inquirenti iniziarono le verifiche che portarono all'identificazione e all'arresto di Borgese.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero