Roma dice no all’utilizzo del taser da parte dei vigili urbani. Dopo Milano, dove il consiglio comunale ha bocciato il test e le polemiche tra il ministro degli Interni...
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LE REAZIONI
Soltanto ieri il ministro dell’Interno Salvini si era detto «orgoglioso e soddisfatto» del lavoro svolto al Viminale in questo suo primo anno di mandato, rivendicando proprio l’utilizzo del taser tra i risultati raggiunti. Ma Roma non è orientata ad accogliere la proposta e dice no alla pistola elettrica in mano ai pizzardoni in giro per la Capitale. Prima del Campidoglio a dire no al taser ci hanno pensato Torino, con una mozione in consiglio votata dalla maggioranza M5S di Chiara Appendino insieme al Pd; Firenze guidata dalla giunta dem di Dario Nardella e Milano, dove il sindaco Sala ha definito «ridicola» la sperimentazione dei taser per le polizie locali, accendendo un vespaio di polemiche con il titolare del Viminale che ha difeso l’uso del taser che ha solo «ha dato ottimi risultati e nessuna controindicazione». Ai romani, dunque, stessa sorte dei milanesi. I cittadini avranno, secondo il Viminale, «una polizia municipale meno equipaggiata e con uno strumento in meno contro delinquenti e balordi» in un momento delicato per la Capitale sotto il profilo della sicurezza. Il voto a Roma non dovrebbe passare per l’aula Giulio Cesare, la decisione al momento spetta alla sindaca Raggi e alla giunta pentastellata. Torino è stata la seconda città d’Italia, dopo Palermo, a stoppare la sperimentazione, la prima tra quelle a guida cinquestelle, grazie a un’inedita alleanza tra M5S e Pd. Favorevoli invece alla sperimentazione Pisa dove la maggioranza del Carroccio ha votato compatta il regolamento per taser, manganello e spray urticante alla polizia municipale; Venezia, dove su proposta del sindaco di centrodestra Brugnaro è stata data via libera all’utilizzo del dispositivo e anche Novara dove è passata la mozione dei consiglieri della Lega.
LE RIPERCUSSIONI
Roma, però, è destinata fare caso a sé.
Il Messaggero