A Villa Sciarra il dramma delle tartarughe extracomunitarie

A Villa Sciarra il dramma delle tartarughe extracomunitarie
Da anni a Villa Sciarra la natura si espande prepotente e minacciosa, nell'attesa di vedere un giorno, chissà quando, il ritorno dei giardinieri. Se in questi giorni ci...

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Da anni a Villa Sciarra la natura si espande prepotente e minacciosa, nell'attesa di vedere un giorno, chissà quando, il ritorno dei giardinieri. Se in questi giorni ci si affaccia sulla bella fontana delle Ninfee ci si trova davanti a uno spettacolo spaventevole. Decine o forse centinaia di tartarughe che si scavalcano e calpestano l'un l'altra alla ricerca di un po' di sole, oppure ammassate sotto la superficie dell'acqua stagnante e putrida.


La storia di questi animali è nota: discendono da esotiche testuggini importate anni fa, giovani e piccolissime, da qualche romano che pensava di tenerle nel salotto di casa, non sapendo che quei minuscoli esserini sarebbero diventate bestie grosse e affamate come pitbull, e infine abbandonate per disperazione nei laghetti delle ville comunali. Questi robusti anfibi extracomunitari si sono adattati al clima mediterraneo, si sono riprodotti, moltiplicati, e hanno scacciato le tartarughe nostrane, ormai in irreversibile calo demografico. Ogni tanto qualcuno prova a difendere i diritti delle specie indigene (prima le tartarughe italiane!), ma tanto l'invasione è compiuta, è tardi per chiudere i porti e semmai il problema è riuscire a offrire condizioni di vita accettabili alle testuggini immigrate di seconda generazione.

P. S. Tartarughe a parte, è doveroso segnalare che negli ultimi tempi Villa Sciarra appare un po' migliorata grazie all'opera di un gruppo di volontari. Evviva i volontari!

(La foto è di Elisabetta Nepitelli  Alegiani) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero