Roma, tangenti per snellire pratiche edilizie: arrestati due dipendenti pubblici

Roma, tangenti per snellire pratiche edilizie: arrestati due dipendenti pubblici
Dai mille ai 2.500 euro per "snellire" una pratica. Per un timbro, o un visto di congruità. Nei guai per truffa e concussione sono finiti due dipendenti pubblici,...

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Dai mille ai 2.500 euro per "snellire" una pratica. Per un timbro, o un visto di congruità. Nei guai per truffa e concussione sono finiti due dipendenti pubblici, dell'ufficio tecnico del V Municipio e dell'Agenzia delle entrate di Ostia, che si afcevano pagare per facilitare pratiche edilizie.


Gli arresti. Giovedì scorso, dopo una approfondita ed intensa attività investigativa, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del commissariato Torpignattara, diretto da Ermanno Baldelli, hanno eseguito due ordinanze per l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, nei confronti di due dipendenti di amministrazioni pubbliche, ritenuti responsabili di truffa, concussione, ricettazione, falsità in atti pubblici, abuso d’ufficio e accesso abusivo alla banca dati del sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate.



L'inchiesta. Le indagini sono iniziate a seguito di una comunicazione riservata del 2013, secondo la quale, uno dei due indagati F.A., 64 anni, dipendente dell'Ufficio tecnico del V Municipio, abusando della propria qualifica, aveva intrapreso rapporti con persone, soprattutto straniere, per realizzare, previo pagamento diretto, alcune pratiche relative ad autorizzazioni per opere edili fuori e senza il rispetto delle normali procedure.



Le intercettazioni. Duerante la prima fase d'inadgine, con l'intercettazione del dipendente comunale, oltre a confermare quanto sospettato, svelava anche frequenti contatti con un altro dipendente pubblico F.G. di 60 anni, impiegato presso l'Agenzia delle entrate a Ostia.



Accesso abusivo alle banche dati. Le successive verifiche oltre a confermare il fattivo supporto tecnico da parte del F.G., facevano luce su una collaudata ed ampia rete di attività illecite che spaziavano dal pagamento di somme di denaro per l’accesso abusivo alle banche dati, all’agevolazione di iter autorizzativi non disdegnando in alcuni casi di millantare competenze funzionali inesistenti per il cui interessamento venivano avanzate richieste di denaro.



Perquisizioni. Nel corso delle indagini, sono state effettuate anche delle perquisizioni che hanno portato al sequestro di vari documenti tecnici sottoposti a perizia da parte di esperti nominati dal Tribunale. Sono tuttora in corso indagini da parte della Polizia. Ci sarebbero timbri, e carta intestata, usati probabilmente per commettere le truffe.
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Il Messaggero