Con la tbc all'asilo, nascosero la malattia e contagiarono i bimbi: 3 suore a giudizio

Con la tbc all'asilo, nascosero la malattia e contagiarono i bimbi: 3 suore a giudizio
Speravano di coprire tutto col silenzio, evitando grane e scandali. Una loro consorella era finita in ospedale con la prognosi di tubercolosi. ...

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Speravano di coprire tutto col silenzio, evitando grane e scandali. Una loro consorella era finita in ospedale con la prognosi di tubercolosi.




E nonostante per giorni fosse stata accanto ai bambini, in classe, come aiutante della maestra, loro non avevano fatto scattare l'allarme di prevenzione. Per il maxi contagio da tbc che aveva portato alla chiusura temporanea della scuola dell'infanzia «Maria Bambina» di Morena, sono ora finite a processo tre suore. Sono accusate di lesioni dolose in concorso tra loro. Tacendo, secondo i magistrati, avrebbero facilitato la diffusione della tubercolosi che portò al ricovero in ospedale di quattro piccoli, tra i tre e i cinque anni. Il processo entrerà nel vivo nel febbraio 2015, esattamente sei anni dopo la scoperta del primo contagio tra i piccoli. Sul banco degli imputati ci sono la madre superiora Rita Maria Sgambellone, e le sue aiutanti Carina Canalita e Mariangela Ammirata.



IL RITARDO

Il sostituto procuratore Claudia Terracina, però, letta la perizia disposta sui bambini, non ha avuto dubbi: ha chiesto e ottenuto il giudizio per le tre consorelle. Secondo lo specialista della polizia nominato dal magistrato i casi di contagio, infatti, si sarebbero potuti evitare o comunque ridurre al minimo se la direzione scolastica avesse allertato in tempo Asl e genitori dei piccoli. I fatti invece andarono diversamente. Il precedente della suora venne scoperto dalle famiglie solo dopo il ricovero al Pertini del primo bambino, un ragazzino di quattro anni e mezzo. Alla fine in ospedale ne finirono quattro: gli altri tre, uno dopo l'altro, si ritrovarono nel reparto di Immunoinfettologia dell'ospedale Bambino Gesù. Mentre altri sei bimbi risultarono solo positivi al test ma senza contrarre la malattia.



I CONTAGI


L'allarme era scattato il 15 gennaio, col ricovero del bimbo di quattro e mezzo per tubercolosi. La notizia era stata subito comunicata all'istituto parificato di Morena gestito dalle suore e la Asl competente aveva scritto una lettera ai genitori informandoli dell'emergenza e invitandoli a presentarsi all'ospedale Pertini per sottoporre i figli al test sulla Tbc. Solo a questo punto, però, si è risaliti alla causa del contagio: ovvero ad una suora straniera che faceva da assistente alla maestra di quella classe, che dopo mesi di tosse e febbre, a dicembre gli è stata diagnosticata la tubercolosi e per questo è stata ricoverata in isolamento all'ospedale Spallanzani per mesi. Una notizia che la scuola però aveva evitato di comunicare ai genitori dei bambini. «Già il 5 dicembre abbiamo espletato i nostri obblighi di legge comunicando tutte le informazioni alla Asl» avevano precisato allo Spallanzani «Poi l'abbiamo curata nel migliore dei modi ed è stata dimessa soltanto quando c'era la certezza che fosse completamente guarita». Per far fronte alla emergenza la Asl istituì anche una task force che monitorò prima i 22 bambini della classe interessata e poi gli altri cinquanta. Ora alcune di quelle mamme e di quei papà si sono costituiti parte civile e chiedono il risarcimento dei danni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero