Roma, suora missionaria si presenta al campo di calcio: è arrivata in treno per incontrare il nipote mai conosciuto

Il nipote Geovanne era a Castel Madama con una squadra di calcio belga per un torneo internazionale

Il nipote la zia insieme
Madre Delta (all’anagrafe Delta Laurinda Madureir) della congregazione delle Suore missionarie di San Carlo Lwanga (martire ugandese) di buona mattina è partita dalla...

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Madre Delta (all’anagrafe Delta Laurinda Madureir) della congregazione delle Suore missionarie di San Carlo Lwanga (martire ugandese) di buona mattina è partita dalla sua sede romana in viale Vaticano 64, ha preso il treno ed è scesa a Castel Madama, andando a piedi fino al campo sportivo comunale "Attilio Testa” di via della Libertà solo per incontrare e “conoscere” suo nipote tredicenne Geovanne, che non aveva neanche visto nascere. Un storia finita con un abbraccio tra zia e nipote che ha emozionato tutta la comunità tiburtina e non solo.

 

 

Geovanne Lopes, tredicenne belga (ha vissuto in Olanda a L’Aia fino al 2019, ndr) nato da genitori di origine angolesi, che vive con la madre Paula e i suoi quattro fratelli (Fernanda, Mario, Alexandre e Daniel) a Volkegem in Belgio, dove gioca ala sinistra nella squadra giovanile di calcio (la cittadine è a 60 km a ovest di Bruxelles), era in Italia per disputare il trofeo annuale internazionale giovanile riservato alla categoria esordienti per calciatori in erba dagli 11 ai 13 anni, al quale hanno partecipato molte squadre giovanili, il Castel Madama, il Velino proveniente dalla provincia di L’Aquila, il Romaria dalla provincia di Viterbo, due squadre ucraine del Volin Lutsk, la Red e la White arrivata dal nord di Leopoldi e quella belga del Volkegem appunto), quando la zia missionaria (partita per il convento nel lontano 2005 dall’Angola dove aveva lasciato solo la sorella nubile) ha saputo della presenza del nipote a Castel Madama (avuto dalla sorella che intanto si era sposata e trasferita in Europa) ad appena 40 chilometri da Roma e ha deciso non conoscendolo, e non avendolo neanche visto nascere (Giovanne è nato nel 2010) di andarlo ad incontrare di persona per abbracciarlo.

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Il Messaggero