Roma, violenta 75enne in piazza Vittorio: «Il nigeriano era stato espulso»

L'ultimo ordine di espulsione lo aveva colpito nel 2016 ma era ancora in Italia e l'altra notte, a Roma, ha abusato di una clochard tedesca di 75 anni che aveva trovato...

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L'ultimo ordine di espulsione lo aveva colpito nel 2016 ma era ancora in Italia e l'altra notte, a Roma, ha abusato di una clochard tedesca di 75 anni che aveva trovato riparo sotto i portici della centrale piazza Vittorio. Lui, Nelson Kadowa, senegalese senza fissa dimora, due arresti per droga alle spalle, 31 anni (ma in passato ha fornito una sfilza di alias con date di nascita differenti) ora è dietro le sbarre di Regina Coeli per violenza sessuale. I carabinieri lo hanno inseguito e fermato subito dopo lo stupro. Quando il lampeggiante lo ha illuminato, si stava ancora tirando su i pantaloni. Il fatto è accaduto all'1,30 tra lunedì e martedì. Kristina (nome di fantasia) si era sistemata sotto una colonna all'angolo con via Carlo Alberto. «Mi ero appena assopita - ha raccontato - quando mi sono sentita afferrare da dietro. È stato orribile». La donna, che è minuta e ha anche problemi di deambulazione, protende una mano verso una coppia di turisti del Lussemburgo che sta facendo rientro in albergo, con un filo di voce chiede aiuto. Il ragazzo, Rian, 20 anni, si fa avanti per fermare il nordafricano, la fidanzata, Elodies, attira l'attenzione della pattuglia dei militari di Piazza Dante in transito. Un carabiniere scende a piedi, mentre il collega in auto lo insegue su via Carlo Alberto. Nelson è mezzo nudo, corre e si aggiusta i calzoni. All'incrocio con via Rattazzi è in trappola: viene bloccato. Kristina è spaventata. Viene accompagnata prima in ospedale, poi nella caserma di via Tasso dove beve il cappuccino con gli uomini del maggiore Vincenzo Carpino, in attesa di essere presa in carico da una struttura del Comune. Intanto, in piazza Vittorio, suk multietnico, cresce l'esasperazione. A ottobre erano state le donne del rione a manifestare per denunciare i tentativi di stupro e i continui approcci di ubriachi e sbandati alle ragazze.


I COMITATI

E ieri è tornata la Rete Esquilino Vivo, che raccoglie un centinaio di persone tra attori, registi, negozianti e gente comune, a lanciare l'sos per non fare morire il sogno di un'integrazione possibile. Dentro ci sono Daniela D'Antonio, moglie del regista e premio Oscar Paolo Sorrentino, l'attrice Carlotta Natoli, Francesca Nigro (sorella dell'attore Filippo Nigro). Con le chat si tengono continuamente informati su quel che accade tra i palazzi umbertini a ridosso della stazione Termini, eventi culturali sì, ma anche sul degrado e l'abbandono, segnalando lo spaccio che si consuma tra via Giolitti e i giardinetti. Nessuna ronda, nessuna militarizzazione del territorio, tengono a sottolineare. L'appello è concreto: «Chiediamo che si raduni un tavolo con tutte le istituzioni per un progetto vero di riqualificazione - afferma Daniela D'Antonio - Si potrebbero prevedere sgravi fiscali per le attività. La nostra è una protesta inclusiva. Ci sono sempre più persone che vivono in strada che spesso diventando vittime di traffici e disagio. A chi soffia sul fuoco dell'intolleranza dicendo che i pusher sono stranieri, rispondiamo che i consumatori sono italiani». Il comitato Esquilino incalza: «Da quando è iniziata la riqualificazione attorno a Termini - dice Letizia Cicconi - la situazione a piazza Vittorio è precipitata: barboni, ubriachi, spacciatori, mercatini del rubato. Persino i palazzi e i negozi della Chinatown soffocano in questa terra di nessuno». Solo a settembre era stata violentata un'altra clochard a Villa Borghese. L'ennesima ferita, tra abbandono e degrado, al cuore di Roma.
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Il Messaggero