«Mai più 'negozi-suk' nel Centro Storico di Roma, con vetrine e ingressi utilizzati come magazzini per l'esposizione delle merci. Stop anche a...
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cartolibrerie, antiquariato, gallerie d'arte, gioiellerie, profumerie, negozi di arredamento e design, atelier e negozi di alta moda e con marchi a diffusione nazionale e internazionale, prodotti con marchio di certificazione di commercio equo e solidale, prodotti ecologici e biologici. Fanno parte di questa lista, naturalmente, i 'negozi storicì che esprimono l'eccellenza del Made in Rome. Tra queste rientrano gli esercizi di vicinato alimentare fino a 250 mq e i laboratori artigianali del settore alimentare a condizione che non consentano il consumo sul posto degli
alimenti venduti o preparati. Punto qualificante del nuovo Regolamento è la tutela speciale dedicata al Sito Unesco, il cuore del Centro Storico. In questo ambito sarà vietata l'apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate, con un ulteriore divieto per: rosticcerie, friggitorie e laboratori per la vendita di kebab; lavanderie self-service; vendita con apparecchi automatici; 'compro-orò e centri-massaggi. Tra le più importanti novità del provvedimento c'è lo stop all'apertura di nuove attività di vicinato alimentare, sia artigianali che di vendita al dettaglio, in tutti i rioni dell'area Unesco: il divieto durerà tre anni dall'entrata in vigore del regolamento. Prevista la revisione biennale degli indici di
saturazione per la verifica di eventuali mutamenti ed il conseguente mantenimento o meno del divieto di apertura di nuove attività. Le misure scaturiscono da un nuovo approccio alla disciplina di tutela e di riqualificazione delle attività commerciali e artigianali, a partire da un'analisi statistica sul peso eccessivo che tali attività hanno raggiunto
in alcuni rioni storici della Capitale. In base ai dati elaborati dal Dipartimento Sviluppo economico, Attività Produttive e Agricoltura, l'area Unesco, a fronte di un'estensione di soli 14,2 chilometri quadrati, circa 1/10 dell'intera città, assorbe ben il 18,5% del totale delle attività di vicinato alimentare e il 18,6% dei laboratori artigianali di tutta Roma.
L'obiettivo che si vuole raggiungere attraverso il divieto di apertura di nuove attività di vicinato alimentare, sia artigianali che di vendita al dettaglio, per tre anni è di ribilanciare i settori merceologici ed evitare speculazioni immobiliari. Laddove consentite, invece, le nuove attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari dovranno prevedere la vendita in forma esclusiva e non abbinata in alcun modo al settore merceologico non
alimentare e dovranno assicurare la provenienza certificata dei prodotti, l'etichettatura e identificazione al fine di agevolarne la rintracciabilità secondo la normativa vigente in materia, con obbligo a carico del titolare di
esporre l'elenco delle materie prime utilizzate. Per le attività artigianali le prescrizioni di qualità prevedono l'uso esclusivo di prodotti di provenienza certificata, escludendo precotti e surgelati; l'esposizione di un cartello facilmente consultabile con gli ingredienti adoperati. La disciplina di adeguamento delle attività già in esercizio sarà graduale: obbligo di mettersi in regola entro 12 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento; di 6 mesi in relazione alle prescrizioni sul decoro». «Questa delibera è frutto di un lavoro complesso e articolato e rappresenta una svolta importante per la tutela del commercio di qualità e al tempo stesso dell'identità del cuore di Roma. Gli ultimi anni hanno visto una crescita fuori controllo di attività di scarsa qualità, che si sono concentrate nelle aree della città più appetibili, creando disagi ai residenti e appannando l'immagine di alcuni angoli tra i più belli della città. Con questo provvedimento vogliamo riportare decoro alla città, senza comprimere la libertà d'impresa. Per questo abbiamo previsto misure più omogenee e in armonia con le discipline di settore, locali e nazionali. Punteremo a controlli serrati, perché il rispetto delle regole è fondamentale. Controlli che verranno estesi anche alle aree fuori dal Centro,
perché tutti i romani hanno diritto a un commercio di qualità«, dichiara l'assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale Adriano Meloni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero