Stadio Tor di Valle, progetto bocciato: l'iter deve ripartire da zero

Stadio Tor di Valle, progetto bocciato: l'iter deve ripartire da zero
L'iter di approvazione del nuovo stadio a Tor di Valle si chiude con un «esito negativo». Stamattina la bocciatura è stata formalizzata...

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L'iter di approvazione del nuovo stadio a Tor di Valle si chiude con un «esito negativo». Stamattina la bocciatura è stata formalizzata dalla Conferenza dei Servizi che si è riunita nella sede della Regione Lazio. I tecnici della Pisana non hanno potuto far altro che prendere atto dei pareri di «dissenso» trasmessi nelle settimane passate dagli uffici del Campidoglio e della Città Metropolitana.


«Gli uffici - spiega una nota della Regione - hanno comunicato ai proponenti l’avvio della chiusura del procedimento, sottolineando il mancato completamento della variante urbanistica da parte di Roma Capitale e l’avvio del procedimento di apposizione di vincolo sull'Ippodromo Tor di Valle da parte del Ministero dei Beni culturali».

I privati a questo punto avranno tempo fino al 15 giugno per presentare delle «controdeduzioni» per presentare un nuovo progetto che, spiegano ancora dalla Regione, «mantenendo le opere pubbliche e garantendone la contestuale esecuzione con quelle private, potrà determinare l’avvio di una nuova conferenza dei servizi».

L'iter, in ogni caso, dovrà ripartire da zero. «Per sette mesi la conferenza ha impegnato molte pubbliche amministrazioni anche a decifrare pareri confusi e contraddittori -  ha dichiarato l’assessore all'Urbanistica della Regione, Michele Civita - Auspichiamo che la revisione, da poco avviata, per modificare il progetto sia rapida e chiara, a garanzia dell’interesse pubblico».


Nonostante lo stop, il M5S romano sostiene che «non cambia nulla». Secondo il capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara «ora si aprono percorsi differenti. Entro giugno la delibera andrà in Aula e il ritardo sarà solo di qualche mese» con «la prima pietra che potrà comunque essere posate nel 2018. Partiranno da subito i tavoli tecnici tra proponenti e rappresentanti del consiglio sul nuovo progetto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero