Un regolamento di conti in piena regola ha portato in carcere un ventiseienne romano, che tre settimane fa ha sparato all'impazzata verso una discoteca dell'Eur da cui era...
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L'INTERROGATORIO
Subito dopo l'arresto, il ventiseienne era stato ascoltato dal gip, cheaveva convalidato la misura a suo carico per tentato omicidio. Proprio durante l'interrogatorio era emersa la possibile responsabilità del servizio di sicurezza del locale. L'indagato, infatti, ha dichiarato di essere stato picchiato selvaggiamente, prima di essere cacciato via. Per giustificarsi, avrebbe anche detto di aver sparato per legittima difesa, raccontando di aver risposto al fuoco che veniva proprio dalla discoteca. Sul punto, gli investigatori non avrebbero trovato riscontri: i bossoli raccolti sul luogo dell'agguato apparterrebbero tutti alla pistola del ventiseienne.
IL COMPLICE
Un'altra novità dell'inchiesta riguarda il complice dell'arrestato, che era fuggito in macchina insieme a lui. Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Esposizione cercavano il giovane che quella sera era al volante, un trentaduenne romano. Ha deciso di costituirsi da solo. Non è stato sottoposto a misura, ma per lui è scattata l'iscrizione sul registro degli indagati per concorso in tentato omicidio.
I fatti risalgono alla notte del 25 febbraio. Al Room 26 c'è il pienone, per una festa di Carnevale. Sono da poco passate le 4.30 quando il ventiseienne espulso dal localefa marcia indietro e decide di vendicarsi. Esplode una raffica di colpi, scatenando il panico tra i clienti. Quattro avventori vengono colpiti, nessuno rischia la vita. Il giorno dopo la polizia ferma il giovane. La pistola non viene trovata, ma a carico del ragazzo ci sono parecchi indizi, comprese le dichiarazioni di molti testimoni oculari. La polizia scientifica, durante il sopralluogo sul posto, trova 10 bossoli sparati da un'arma semiautomatica. In sede di convalida, l'indagato confessa, raccontando però di essersi solo difeso. Anche lui è ferito a una gamba. Per gli inquirenti potrebbe essersi fatto male accidentalmente con la pistola mentre risaliva in auto. Sul corpo, però, porta i segni di percosse pesanti. Tanto che i medici dell'ospedale Sant'Eugenio gli diagnosticano lesioni guaribili in più di un mese. Il ventiseienne racconta di essere stato picchiato dai buttafuori del locale. Scatta quindi la seconda inchiesta. Gli uomini della sicurezza sono ancora in corso d'identificazione.
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Il Messaggero