Roma, Spada aggredisce giornalista: coro bipartisan di condanna

Nel M5S nessuno lo dice apertamente, ma il video di ieri - la testata, la bastonata e i calci al giornalista da parte di Roberto Spada - rischia di gonfiare le vele a Giuliana Di...

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Nel M5S nessuno lo dice apertamente, ma il video di ieri - la testata, la bastonata e i calci al giornalista da parte di Roberto Spada - rischia di gonfiare le vele a Giuliana Di Pillo, che ieri notte ha organizzato subito una fiaccolata sotto la sede del X municipio. La grillina in queste ore si trova in sintonia come non mai con don Franco De Donno (e il suo 8,6 %). Al punto che - anche se nessuno lo può confermare «in chiaro» - è già pronta, in caso di vittoria del M5S, la presidenza di una commissione proprio legata al sociale e alla consulte civiche per don Franco. Il quale sta dimostrando di non essere proprio un chierichetto della politica: «Invitiamo - è stata la sua calibrata proposta - la cittadinanza, tutte le realtà democratiche e antifasciste del territorio, sabato 11 alle ore 15.30 alla stazione lido centro lato via Cardinal Ginnasi, per dare vita ad un corteo deciso, allegro e partecipato». Ci sarà anche Di Pillo? C'è chi giura di sì. E Picca? Ancora non ha deciso.ù

LA SFIDA

Il prete rosso ripete che per il ballottaggio non farà apparentamenti, che non vede l'ora di entrare in consiglio municipale per portare avanti le sue battaglie. Ma il suo sguardo è già orientato dalla notte di domenica. E strizza all'occhio al M5S. Gli stessi grillini che da giorni battono su questo tasto: Spada uguale Casapound, uguale centrodestra. E quindi Monica Picca. Un'ardita osmosi politica, certo. Visto che la candidata presidente di Fratelli d'Italia ha subito partecipato con sdegno al coro di condanne bipartisan piovute su Ostia dopo l'aggressione alla troupe: «Sicurezza e legalità sono al centro della nostra azione. Solidarietà e vicinanza ai giornalisti ». A Di Pillo non basta e pungola ancora Picca: «Condanni Spada o CasaPound o sarà la mandante morale». Si va a avanti a colpi di speculazioni politiche, appunto. Visto che l'agenda del ballottaggio dopo questa aggressione sarà monotematica. Da Fratelli d'Italia stanno attenti a non cadere in facili strumentalizzazioni. E raccontano un aneddoto. Durante una delle visite di Giorgia Meloni a Ostia, lo staff della leader venne preso a male parole dai alcuni membri «del clan che chiamarono subito i candidati di Casapound». Insomma, niente da spartire con questi sodalizi. Anche se ormai la campagna elettorale non sarà più la stessa.
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Il Messaggero