Ormai la piazza di spaccio di San Basilio è sempre più simile a quella di Secondigliano. Decine i ”pusher” al servizio della criminalità...
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Una notte criminale a San Basilio, straniero aggredito dai pusher
L’uso dei bracieri è la prassi nelle piazze di spaccio di San Basilio. Un modo per non essere arrestati in flagranza di reato. Alla vista degli investigatori la droga finisce fra le fiamme. E poi ci sono le vedette, spesso adolescenti, che vengono pagati anche mille euro al mese da chi gestisce la piazza. I poliziotti hanno trovato addosso ai tre fermati 7.000 euro in contanti, il provento dello spaccio.
San Basilio, lo dicono le inchieste, funziona come altre piazze di spaccio, come le Vele o come quella di Secondigliano a Napoli. Vi sono criminali calabresi che da qualche tempo, a sentire gli inquirenti, dominano incontrastati affari da milioni di euro mensili. Ed a conferma che l’aria è quella pesante e feroce del crimine più spietato, c’è la lunga fila di ferimenti a colpi di pistola. Una guerra che, appunto, sembra avere vinto, almeno per ora, la criminalità calabrese. Gli agenti del commissariato San Basilio ormai da tempo hanno ingaggiato una battaglia contro i trafficanti.
Continui blitz con arresti e sequestri di droga. Ma non è facile fermare una macchina da guerra come quella creata fra le strade del quartiere fra la Nomentana e la Tiburtina. Gli investigatori romani, qualche tempo fa, hanno arrestato una famiglia romana molto potente che concorreva alla leadership dello spaccio di droga in zona. Ma le inchieste hanno appurato che anche i napoletani vogliono insinuarsi nel mercato milionario di San Basilio. Insomma ci sarebbe il pericolo di una nuova guerra proprio per diversi soggetti che tentano la scalata al mercato fra i lotti popolari. Rimane insoluto il feroce omicidio di Gabriele Di Ponto, un pregiudicato della zona. Tre anni fa, su un tratto del fiume Aniene fu trovata mezza gamba appartenente al giovane che qualcuno aveva tagliato con una sega elettrica. Non fu mai ritrovato il corpo nè scoperti gli assassini. I poliziotti continuano ad identificare i tanti clienti della piazza. E così spunta una mappa che indica gli acquirenti venire anche dall’Abruzzo e da altri posti fuori Roma. Insomma fra le case popolari c’è il grande magazzino degli stupefacenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero