Roma, sorelline rom morte nel rogo del camper: arrestati i responsabili

Sono stati arrestati due dei responsabili del «rogo di Centocelle», nel quale, lo scorso 10 maggio, morirono le tre sorelle rom Elisabeth, Francesca e Angelica...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono stati arrestati due dei responsabili del «rogo di Centocelle», nel quale, lo scorso 10 maggio, morirono le tre sorelle rom Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic.


Al termine dell'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Roma, gli agenti della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino, sono finiti in manette i fratelli Serif e Andrea Seferovic, di 20 e 18 anni.

Il primo, Serif, è accusato di omicidio plurimo delle sorelle Halilovic, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto e utilizzo d'arma da guerra e incendio doloso. Andrea Seferovic, invece, è accusato di incendio doloso.

La notte del 10 maggio scorso, all'interno del parcheggio del centro Commerciale «Primavera» di Piazza Mario Ugo Guatteri, l'incendio di un camper in sosta con all'interno un nucleo familiare composto da 13 persone provocò la morte delle tre sorelle che non avevano fatto in tempo ad uscire dal veicolo. Sin dall'inizio dell'indagine, basata tra l'altro sull'ascolto di testimoni e analisi di impianti di videosorveglianza, era subito emerso che quanto accaduto era da ricondursi a problematiche esistenti tra il nucleo familiare Halilovic ed uno dei Seferovic, maturate all'interno del campo nomadi di via Salviati.

A seguito di tali problematiche il padre delle tre vittime era da tempo entrato in forte contrasto con alcuni Seferovic, tanto che l'omicidio del 10 maggio era stato preceduto da alcuni episodi di litigi e danneggiamenti. Le indagini hanno confermato quanto emerso nell'immediatezza, infatti è risultato che il nucleo familiare dei Seferovic, dimorante presso il campo nomadi di Via Salviati, era da tempo in contrasto con il padre delle vittime per motivi economici. Tali contrasti avevano portato a un primo episodio incendiario avvenuto lo scorso 5 maggio, quando in via Romolo Balzani i fratelli Serif ed Andrea Seferovic hanno lanciato due ordigni incendiari contro il camper della nonna delle vittime, lì parcheggiato, che in pochi secondi avevano fatto divampare un incendio di vaste proporzioni, distruggendo completamente il camper e danneggiando alcune vetture parcheggiate.

Il successivo 10 maggio poi, in seguito ad una serie di ulteriori episodi tra i due nuclei familiari Serif Seferovic, unitamente ad altri due individui, a bordo di un furgone Fiat Ducato di colore bianco da lui condotto, si è recato in piazza U.M. Guattari con lo scopo di porre in essere l'azione incendiaria. Non appena commesso il fatto, il nucleo familiare si è immediatamente allontanato dal territorio nazionale per rifugiarsi in Bosnia. In seguito, i fratelli Serif ed Andrea hanno fatto ritorno in Italia, stabilendosi nella città di Torino.


In virtù dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, il Tribunale di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due fratelli Seferovic che nelle prime ore della mattinata sono stati localizzati e arrestati a Torino, il primo presso un mercato dell'usato dove aveva allestito un banco per la vendita, l'altro mentre dormiva all'interno del suo furgone in località Moncalieri (TO). Le indagini hanno anche evidenziato il coinvolgimento di altri due soggetti, uno dei quali anch'egli destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma; nei confronti del secondo, poiché minorenne, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Roma è stata emessa dal medesimo Tribunale analoga ordinanza di custodia cautelare. I provvedimenti emessi nei loro confronti non sono stati eseguiti poichè attualmente entrambi si trovano fuori dal territorio nazionale.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero