Afa Capitale Enrico Gregori C’è una luce strana in città. L’avete notata? Da qualche giorno il cielo di Roma non...
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Enrico Gregori
C’è una luce strana in città. L’avete notata? Da qualche giorno il cielo di Roma non sembra più lui, quello che i milanesi invidiano da sempre sembra essere cambiato. Non c’è quell'azzurro limpido, vivace e quel sole che illumina chiese e palazzi, monumenti e fontane valorizzandoli, facendoci notare un fazzoletto di Roma che non conoscevamo, uno sguardo di un anziano o di una ragazza tra il viavai davanti a una stazione della metro.
Anche le ville non sembrano più loro: i cancelli d’ingresso da villa Ada a villa Torlonia, come belle donne sfiorite e in disordine, ti invitano a stargli lontano e lasciarle nel loro abbandono. C'è una strana luce che toglie il fiato. Che ha sbiadito i tramonti. E anche al mattino presto manca quel piacevole fresco che ti dà lo slancio per iniziare al meglio la giornata. Per non parlare del venticello. Dove è finito quel Ponentino che ti accarezza in certi vicoli di Trastevere o mentre ammiri la grandezza di Roma dal Pincio o dal Gianicolo?
Il cielo sembra essersi accorto che a Roma le cose non stanno andando come dovrebbero andare. Che i romani sono davvero smarriti, impauriti. Per una volta impotenti, spossati da scandali, arresti, degrado. Senza la loro proverbiale tolleranza. E senza anche la loro ironia fatta di battute e risate nei bar o tra i banchi del mercato. Manca, forse, un progetto in cui credere. O, semplicemente, un raggio di sole. Ma dopo tante tempeste arriverà.
davide.desario@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero