Sgombero beffa al Foro Italico: i rom traslocano sull'Aniene

Dal palcoscenico di un teatro, a un dirupo pieno di immondizia. Oggi sarà al Globe a recitare Macbeth, ieri invece era immerso nel degrado delle favelas dei nomadi. Di...

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Dal palcoscenico di un teatro, a un dirupo pieno di immondizia. Oggi sarà al Globe a recitare Macbeth, ieri invece era immerso nel degrado delle favelas dei nomadi. Di professione è attore, ma da giorni ormai, come tanti altri romani, si è trasformato in una vedetta e rischia molto quando si addentra nella nuova baraccopoli che nomadi hanno creato. «Stanno costruendo una immensa favela sotto casa e nessuno li ferma, sono i rom sgomberati dal campo del Foro Italico l'11 agosto». La denuncia è di Sergio Mancinelli che insieme a una cinquantina di residenti del Borghetto di Vigna Mangani ha presentato un esposto alle forze dell'ordine, ai vigili e al Comune. Siamo nel IV Municipio, al confine con Città Giardino dove qualche giorno fa sono scoppiati incendi a ridosso dell'Aniene.


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E non distante, sul lato di via di Pietralata, un gruppo di nomadi si è insediato abusivamente sulle sponde del fiume, accende gli odiatissimi roghi tossici e continua indisturbato a scaricare materiali per costruire la baraccopoli. «Scatto foto e video, sono stato minacciato più volte e temo per la mia incolumità» denuncia Mancinelli che ha lavorato anche con Massimo Ranieri. E sono sempre più aggressivi. «L'altro giorno durante una lite, una lanciato una sedia su di via Pietralata, mentre passavano le auto» racconta.
 

LITI E PERICOLI
I primi nomadi sono arrivati a febbraio, in piena pandemia. «Facevano feste, non rispettavano assolutamente le norme anti-covid» spiegano i residenti che dai terrazzi, mentre erano chiusi in casa per il lockdown, vedevano gli assembramenti. Poi, da quando è stato annunciato lo sgombero del campo di via del Foro Italico, è iniziato l'esodo sulle sponde dell'Aniene. Quando i vigili, a metà agosto, sono arrivati con le ruspe hanno trovato soltanto 12 persone, il nucleo storico che viveva nel campo da trent'anni. Gli altri? Erano già fuggiti.

I ROGHI
Ieri sulle sponde dell'Aniene, lato via di Pietralata, (si trova linea d'aria a 3 chilometri dal campo sgomberato) quel gruppo di nomadi aveva addirittura sbarrato l'accesso all'accampamento con la rete di un letto incatenata agli alberi tentando di lasciare fuori curiosi, ma anche gli agenti di polizia. «Ogni tanto le pattuglie passano, loro smettono di fare rumori, interrompono il cantiere insomma, poi appena gli agenti se ne vanno riprendono il lavoro» raccontano i residenti. «La situazione igienico-sanitaria dell'accampamento e delle zone circostanti è molto preoccupante - si legge nell'esposto - ci sono rifiuti, topi e sversamento di liquidi e liquami nelle acque dell'Aniene».


Molti nel quartiere pensano che quell'accampamento «sia solo l'inizio, un avamposto». Intanto gli incendi continuano ad avvolgere la zona, il fumo arriva ormai anche nel quartiere Trieste dove da giorni i residenti denunciano: «Dopo lo sgombero del campo del Foro Italico nulla è cambiato, ogni sera c'è odore di bruciato, siamo esausti».
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Il Messaggero