Sei anni in tutto. La Capitale non è la prima nella classifica delle città lumaca, ma i tempi della Giustizia sono ancora lunghi. Per la definizione di un...
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E c’è anche una buona notizia, come annuncia il presidente della Corte d’Appello di Roma Luciano Panzani: «Ci saranno nove consiglieri in più, prevediamo un incremento di circa duemila sentenze ogni anno». Il nodo dell’organico riguarda anche il Tribunale. E non soltanto per quanto riguarda le toghe. Proprio ieri il presidente del Tribunale, Francesco Monastero, in un vertice, ha illustrato al procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e a Panzani la difficile condizione in cui tutti i giorni lavora: 800 amministrativi, a fronte di una pianta organica di 1.200.
A spiegare che non tutti i processi sono uguali e ci sono procedimenti, sia nel penale nel civile, che vengono definiti in tempi più stretti è proprio Panzani. Nel penale sono quelli con i detenuti e i procedimenti a rischio prescrizione, nel civile le cause di lavoro e quelle della sezione famiglia. « Le pendenze sono diminuite - spiega - il nostro problema rimane l’arretrato, se non avessimo quello saremmo in pareggio. Anche la percentuale di cause sulla legge Pinto è diminuita». Panzani fa riferimento alla “Pinto della Pinto”, un assurdo giudiziario. Ossia procedimenti che duravano troppo a lungo anche per stabilire l’indenizzo per un processo durato troppo a lungo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero