Caos segnaletica e gare bloccate: aumentano gli incidenti stradali

Qual è il colmo per l'appalto della segnaletica stradale? Rimanere al palo. La storia, però, è seria proprio perché le vie di Roma rimangono...

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Qual è il colmo per l'appalto della segnaletica stradale? Rimanere al palo. La storia, però, è seria proprio perché le vie di Roma rimangono pericolose e piene di insidie, con epiloghi tragici. Una Spoon River che si trascina senza sosta, nei mattinali delle forze dell'ordine e dei vigili. I sinistri, soprattutto quelli degli scooter, dati del ministero dei Trasporti alla mano sono aumentati rispetto ai primi sei mesi del 2018. E così questa storia racconta - ancora una volta - come il Campidoglio sia diventato un porto delle nebbie. Con gare bloccate e condannate a un eterno rinvio.


Fine pena mai, lasciate ogni speranza o voi che entrate negli uffici della burocrazia capitolina. È il caso appunto dei lavori per la sostituzione dei cartelli stradali nelle principali arterie romane. Dalla Cassia alla Prenestina, passando per la Cristoforo Colombo e la Salaria. Un intervento necessario per la sicurezza dei cittadini, tanto da essere inserito anche questo nei fondi giubilari stanziati dal governo per Roma sotto la voce segnaletica stradale.

Ma come accaduto per il rifacimento di piazza Venezia - vicenda emblematica raccontata su Il Messaggero - a distanza di anni è tutto fermo. Non si riesce, cioè, ad aggiudicare la gara. Le buste non sono state ancora aperte. I lavori latitano. Eppure, i soldi ci sono: 1,6 milioni di euro. Fermi però da oltre mille giorni.
Un passo indietro. Era il 28 luglio 2015 e il sindaco Ignazio Marino annunciava: «Il Giubileo inizierà l'8 dicembre e ci stiamo preparando con una manutenzione straordinaria della grande viabilità». Una manna dal cielo: del pacchetto facevano parte anche i nuovi cartelli per sostituire i vecchi o metterne di nuovi. Poi però la storia - non solo quella politica di Marino - ha preso una piega tortuosa e sfortunata. Il bando, dopo mille peripezie tecniche di scrittura e riscrittura, esce finalmente nel novembre 2016, dopo il via libera dell'Anac. In Campidoglio è diventata sindaca Virginia Raggi, trascinata in gloria dal vento di cambiamento del M5S. Inizia la parte più difficile: il dipartimento dei Lavori pubblici procede con i sorteggi della commissione giudicatrice. Come tappi di lambrusco, saltano in successione tre presidenti e due commissari. Tra chi è incompatibile, chi rinuncia perché prossimo alle pensione, chi in poche parole non se la sente di prendere questa responsabilità.

I FLOP

A nulla serve il pressing dell'amministrazione, i tentativi di offrire premi e bonus nel contratto decentrato a chi - pur dovendolo fare di lavoro - accetta di entrare in commissione. Invece, nulla. Cinque tentativi, tutti a vuoto. Fino allo scorso aprile, la fumata bianca. Vistata dall'Anac: il dream team questa volta è in regola ed è pronto a esaminare, scartare e scegliere le migliori proposte. Nel frattempo, le principali arterie della Capitale, oltre a essere per definizione un campo di patate, rimangono in attesa della nuova segnaletica. Nel frattempo rimangono le statistiche. Più che impietose: un incidente su tre, a Roma, è causato dalla cattiva manutenzione della segnaletica: strisce pedonali sbiadite, stop invisibili, divieti d'accesso divelti, persino semafori oscurati da foglie che tracimano da rami di alberi non potati. E i numeri sono in crescita. «Sono trenta le denunce al giorno di sinistri stradali attribuite proprio alla carenza di adeguati segnali apposti dall'amministrazione comunale», recitano così i report della polizia locale e del ministero dei Trasporti. Un linguaggio burocratico che non nasconde però il dolore e la paura di una piaga della Capitale. Bloccata dalla burocrazia.
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Il Messaggero