Roma, il direttore dell'Ufficio scolastico Pinneri: «Faremo lezione nei musei»

Rocco Pinneri, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio, la scuola riuscirà davvero ad aprire in sicurezza a settembre? ...

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Rocco Pinneri, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio, la scuola riuscirà davvero ad aprire in sicurezza a settembre?

«Il Ministero, gli Uffici regionali e le scuole sono impegnati a garantire una riapertura serena e sicura. Non sarà un lavoro di pochi giorni ma lo faremo.

La scuola è abituata a lavorare sodo in estate, quest'anno a maggior ragione». Distanziamento e spazi, sono queste le parole chiave?
«Sì e le rispetteremo in base alle indicazioni già fornite dal Comitato tecnico scientifico e a quelle che arriveranno dal Ministero dell'istruzione anche sulla base delle proposte arrivate dalla task force. Stiamo aspettando il documento per metterci al lavoro, studieremo la situazione e interverremo scuola per scuola, a fianco dei dirigenti».

Le linee guida non saranno uguali per tutti?
«Sì, ma ogni scuola è diversa dall'altra. I dirigenti scolastici valuteranno le singole situazioni e ci riporteranno richieste o criticità. È chiaro che ogni edificio scolastico ha le sue caratteristiche e la sua disponibilità di spazi».

Quelle del Centro di Roma, ad esempio, sono penalizzate?
«Non è detto che sia così. Alcune hanno vincoli della Sovrintendenza, non hanno palestre o cortili, ma è anche vero che non insistono in zone altamente popolate. Nelle zone più popolose, quelle semicentrali come Monteverde, Marconi o Tuscolana, le scuole potrebbero dover organizzare con più attenzione gli spazi. O attivarsi, con la collaborazione del territorio, per reperirne altri, qualora dovessero servire».

Ci sono realtà che non avranno bisogno di nuove aule?
«Difficile dirlo fino a quando non arriveranno le regole sulle quali la task force ministeriale sta lavorando. Molto dipenderà dal numero di accessi alla scuola, dai corridoi, dalla sistemazione degli arredi, dalla disponibilità di aule magne, laboratori e palestre, oltre che dalla dimensione delle aule. Ma tante aule rispettano le indicazioni del regolamento del 75 che prevede, ad esempio, 1,80 metri quadri per alunno alla scuola primaria, sufficienti a rispettare la distanza di un metro indicata dal Comitato tecnico scientifico. In ogni caso, il Ministero e l'Ufficio regionale saranno al fianco delle scuole».

Dove si cercheranno nuovi spazi?
«Non è detto che occorreranno. In ogni caso molte scuole si stanno già guardando intorno, cercando spazi nei musei, nei cinema e nei teatri comunali, ma anche considerando l'idea di far didattica, quando possibile e per periodi limitati, anche in parchi o ville all'aperto».

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Sarà un lavoro complesso?
«Sicuramente occorrerà molta attenzione, ma abbiamo tutta l'estate davanti. Lunedì (domani, ndr) incontrerò esponenti della Regione, dell'Unione delle Province e dell'Anci, per esaminare assieme le strategie e avviare una collaborazione».

I divisori in plexiglass o le tensostrutture nei cortili secondo lei sono strade percorribili?
«Se rientreranno nelle indicazioni per il nuovo anno e se ce ne sarà bisogno, li useremo, ma è prematuro parlarne».

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Ogni scuola quindi sarà diversa dall'altra?
«Sì, il regolamento sull'autonomia del 99 consente alle scuole di organizzare la didattica con grande flessibilità, forse mai sfruttata sino in fondo. Ora è il momento di utilizzare maggiormente quegli spazi di flessibilità: si può pensare a modelli organizzativi diversi».

Rispetto al passato, quest'anno cambia anche la maturità. Le scuole sono pronte per il 17 giugno?
«Stiamo coprendo tutte le commissioni, venerdì scorso ne sono state formate 26 in più e le abbiamo sistemate. Il problema dei presidenti e dei docenti da convocare è risolto, per ora. Come tutti gli anni, arriveranno alcune rinunce e dovremo gestire le sostituzioni sino all'inizio degli esami. Per quanto guarda la sicurezza, le scuole saranno pulite, due volte al giorno e il personale per farlo lo abbiamo».

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Come interverrà sulla questione del liceo Talete, dove la scuola riserva 7 posti su 10 ai maschi per l'indirizzo matematico?
«Me ne sto interessando, anche il Ministero. Con la collaborazione del dirigente scolastico, arriveremo a breve a una soluzione soddisfacente. Ma voglio specificare che alla base non c'era alcun intento discriminatorio per le studentesse. Siamo da sempre impegnati con laboratori estivi per incentivare lo studio di materie matematiche, tecnico e scientifiche tra le studentesse. Al Talete, per la pandemia, non si poteva svolgere la selezione per merito tramite il test, come ogni anno, e così, per evitare sproporzioni con il sorteggio, la scuola ha deciso di vincolare comunque le iscrizioni alle proporzioni registrare nelle domande ricevute: 3 studentesse su 10 domande. È chiaro che, con il senno di poi, sarebbe stato opportuno trovare una soluzione meno controversa. Ma la troveremo, anche grazie alla grande disponibilità della scuola».


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Il Messaggero