La lettera è stata spedita ieri alla Regione, al Campidoglio e ai vertici dell'Ama. Il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza del Lazio, Jacopo Marzetti lancia...
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In attesa che la crisi rientri. Scrive il Garante: «Alla luce di quanto emerso in merito alla presenza di rifiuti - di vario genere - nelle aree circosanti gli istituti scolastici proprio all'apertura del nuovo anno scolastico», l'Authority chiede formalmente «l'apertura di un Tavolo urgente tra le autorità competenti». L'obiettivo è «affrontare in maniera definitiva la succitata emergenza», perché bisogna «salvaguardare il diritto alla salute e alla scuola delle persone di minore età, nel rispetto delle funzioni e delle azioni di tutela proprie del Garante». La postilla, sibillina, in realtà è tutt'altro che indecifrabile: tra le «azioni di tutela» in mano all'Autorità c'è proprio la richiesta di chiudere le scuole. Mossa che Marzetti è pronto a compiere se la situazione non migliorerà nei prossimi giorni.
L'ALLERTA IGNORATA
Il Campidoglio e l'Ama erano stati avvisati. Già il 9 luglio, mentre la città tribolava per i marciapiedi e le strade ostaggio della monnezza, il Garante con un'altra missiva citata nel documento di ieri, evidenziava «la presenza di rifiuti nei pressi delle scuole e le possibili criticità igieniche in vista dell'apertura dell'anno scolastico». L'Ama per tutta risposta assicurava «un piano straordinario per i siti sensibili», a partire dagli istituti scolastici, oltre agli ospedali. Piano ricordato anche ieri, ma l'emergenza è tale che nelle immediate vicinanze di tanti asili, nidi e scuole primarie i cumuli d'immondizia continuano a lievitare. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, sembra consapevole delle difficoltà. E ieri ha ammesso che «secondo Ama sono oltre 500 le tonnellate che non potranno essere raccolte durante la settimana in corso. Una quantità che si aggiunge alle circa mille tonnellate non raccolte nella settimana precedente, che hanno causato disagi sul territorio».
LO STOP DA APRILIA
Per il Campidoglio la colpa della nuova crisi andrebbe cercata nelle resistenze di alcuni impianti del Lazio.
Il Messaggero