Chi sceglie la scuola di Prati e chi quella di Tor Bella Monaca

Chi sceglie la scuola di Prati e chi quella di Tor Bella Monaca
Alcuni licei sono classisti perché la nostra società lo è. Il miglior rimedio è uno:...

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Alcuni licei sono classisti perché la nostra società lo è.

Il miglior rimedio è uno: costruire le scuole più belle in periferia.
@EdoardoBuffoni

Il video ripreso in un liceo di studenti benestanti, con il ragazzo in cattedra che dice parolacce mentre la professoressa impassibile passeggia tra i banchi, è arrivato sul sito del Messaggero.it proprio mentre nei social network ci si accapigliava sul tema: distanza di cultura e di comportamento tra licei dei ricchi e istituti tecnici dei poveri. «Ecco la prova che i bulli non si trovano solo nelle scuole dei quartieri popolari» ha reclamato chi nega la corrispondenza tra divario di classe e condotta in classe.

Il dibattito si è concluso come tutti i dibattiti: ognuno è rimasto della sua idea. È servito però a evidenziare quanto sia importante capire la differenza che c'è tra l'affermare una legge generale e il descrivere un macrofenomeno. Leggi generali sono quelle della fisica: la forza di gravità costringe a cadere per terra tutti i corpi del mondo, senza eccezioni. Quando invece la macroeconomia ci dice che il reddito degli americani è più alto di quello dei turkmeni non nega che un certo numero di miliardari del Turkmenistan possano essere più facoltosi di milioni di statunitensi nullatenenti.

Allo stesso modo, nelle scuole del centro non mancheranno gli alunni maleducati e persino violenti, anche se in termini statistici la loro presenza sarà più rara che in un istituto di borgata. E i primi a saperlo sono gli insegnanti, i quali se hanno la possibilità di scegliere tra una cattedra a Prati e una a Tor Bella Monaca non hanno esitazioni, e non solo per via dei collegamenti con i mezzi. Invece di negare le diversità bisognerebbe combatterle chiedendo scuole migliori nei quartieri difficili.

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero