Roma, sos contagi a scuola. La preside del Liceo "Avogadro": «Boom positivi, domani 35 classi su 48 in Ddi»

«Sono 76 i casi segnalati di positività, 66 positivi e 10 contatti stretti. Ci serve la Dad, non so quanto potremo resistere»

La scuola è ripartita a fatica e con l'incubo Covid che incombe. Il Liceo Scientifico Avogadro di Roma è ripartito oggi con un'assemblea di istituto online e...

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La scuola è ripartita a fatica e con l'incubo Covid che incombe. Il Liceo Scientifico Avogadro di Roma è ripartito oggi con un'assemblea di istituto online e domani avrà 35 classi su 48 in Ddi (didattica digitale integrata). La dirigente scolastica Katia Tedeschi ha spiegato i motivi: «Sono 76 i casi segnalati di positività, 66 positivi e 10 contatti stretti. Sono numeri incredibilmente aumentati rispetto a prima ed equamente distribuiti fra gli anni di frequenza. Forse visto il galoppo dei contagi e la varietà delle nuove regole sarebbe stata utiile qualche settimana di dad generalizzata per tutti. Adesso non so quanto potremo resistere».

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La ripresa della scuola

Katia Tedeschi, dirigente dell'istituto scolastico romano, ha fatto un quadro della situazione alla ripresa delle lezioni dopo lo stop natalizio. «Le Ffp2? Possiamo tamponare l'immediata emergenza perché le avevamo acquistate per il personale scolastico, infatti abbiamo già dotato le persone esentate dalla vaccinazione come disposto dal medico di nostro riferimento. Ne abbiamo inoltre ancora una buona riserva. Ma dubito che possano bastare per tutti gli studenti delle classi che progressivamente andranno in sorveglianza o che sia possibile acquistarle con i fondi a nostra disposizione».

«È tanto faticoso - prosegue la preside - Adesso c'è anche il problema del pranzo, dato che abbiamo gli orari scaglionati, oltre che della merenda per cui per noi si applicano le stesse regole. Gli addetti alla sicurezza e alla prevenzione si stanno riunendo per decidere che adeguamenti apportare al momento della ricreazione per le classi in sorveglianza, cioè dove c'è stato un caso di positività. I due metri di distanza previsti per le mense non sono infatti ipotizzabili nelle aule ma all'aperto. Come faremo se piove? Ho comprato due gazebi e poi ci sono i corridoi. Sono preoccupata soprattutto per la centrale di via Brenta, è una sede storica molto piccola - rileva - Lì la problematica è più forte e il problema permane anche sfruttando tutti gli spazi. Ma ancora abbiamo tempo: se si presenterà il problema, sarà fra 48 ore».

 

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Il Messaggero