Roma, clochard usati come spacciatori a San Lorenzo

Roma, clochard usati come spacciatori a San Lorenzo
Insospettabili, perennemente in strada, sempre a disposizione dei consumatori. L'ultima frontiera dello spaccio, a San Lorenzo, è quella dei clochard utilizzati dagli...

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Insospettabili, perennemente in strada, sempre a disposizione dei consumatori. L'ultima frontiera dello spaccio, a San Lorenzo, è quella dei clochard utilizzati dagli spacciatori per piazzare le dosi ai più giovani e non solo. Sono sempre meno i nordafricani impiegati come manovalanza dai cavalli della droga che spartiscono i carichi tra i ras di quartiere, lo spaccio cambia volto: dosi sempre più infinitesimali, nascondigli ben protetti, consegne a domicilio piuttosto che on the road. Se ne sono accorti i carabinieri di Piazza Dante e i colleghi della caserma di via dei Volsci che ogni giorno (e notte) fanno la spola tra le viuzze e i vicoli della zona a caccia dei pusher.

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L'ASCOLTO
Un controllo del territorio che avviene in perenne ascolto dei comitati di quartiere e dei commercianti che mettono in guardia da movimenti sospetti, cambi societari occulti di bar e locali, vecchie conoscenze e nuovi arrivi che destano preoccupazione. Non è un caso, dunque, se l'altra sera nella rete dei militari, durante i controlli del fine settimana, è caduto anche un 38enne romano, che vive per la strada insieme con gli altri clochard che gravitano ai limiti di San Lorenzo, mangiando un pasto caldo alla mensa della Caritas e trovando riparo attorno alla stazione Termini. Era in via dei Marsi ed è stato sorpreso a passare una dose di hashish a un ragazzo.


INTERROGATIVI
«Gli spacciatori stanno modificando il loro modo di cedere hashish, coca e crack - conferma il maggiore Vincenzo Carpino, comandante della compagnia di piazza Dante - troviamo sempre meno stranieri e maghrebini in strada, sempre più giovanissimi romani e incensurati, ma anche, appunto, barboni. Gente che dimora per la strada e che ritroviamo in possesso di droga. Un fenomeno su cui sono in corso delle indagini». Resta da capire, infatti, chi consegna la droga ai senzatetto e dove viene nascosta prima che i consumatori ne facciano richiesta. Soprattutto: sono gli italiani a fornirgliela o le bande di stranieri - soprattutto nordafricani - hanno fatto un salto di qualità mettendosi in proprio, senza più esporsi in prima persona? Tutte domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta.
Tra i tanti denunciati, poco più che maggiorenni, figurano nelle ultime settimane diversi incensurati con in tasca nemmeno un grammo di stupefacenti. Ragazzi (e ragazze) che in virtù dell'assenza di precedenti non vengono giudicati pericolosi socialmente, per cui viene meno la necessità dell'arresto come misura cautelare. Insomma, pusher che la fanno franca e che, una volta denunciati, possono essere messi ai box per fare spazio ad altre leve.


I controlli dei carabinieri per il weekend si sono ripetuti anche con l'ausilio dei colleghi del Nas. Nel corso di un servizio straordinario nel quartiere sono stati passati in rassegna 10 locali e esercizi commerciali, identificando 131 persone e sanzionando un giovane trovato in possesso di alcune dosi di hashish. Anche lui sfuggito all'arresto. I carabinieri hanno multato il titolare, 25enne del Bangladesh, di una pasticceria in via dei Volsci per mancanza, all'ingresso dell'esercizio, dei necessari avvisi e dispositivi idonei ad evitare il contagio da Covid-19, per detenzione di alimenti privi di tracciabilità. Sono stati sequestrati 40 kg di alimenti e sono state elevate sanzioni amministrative per 1.900 euro, con conseguente segnalazione alla competente Asl. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero