Roma saluta Iturbe, campione di modestia che disse: «Sono una schiappa»

Roma saluta Iturbe, campione di modestia che disse: «Sono una schiappa»
Nel 2014 ricordo il mondo Juve in piena disperazione dopo l'addio di Conte, l'arrivo di Allegri e Iturbe alla Roma. E...

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Nel 2014 ricordo il mondo Juve in piena disperazione dopo l'addio

di Conte, l'arrivo di Allegri e Iturbe alla Roma. E invece poi...
@ilPadrinoSal


Caro Juan, ora che hai fatto le valigie e te ne sei andato in Messico, un po’ già ci manchi. Ti abbiamo voluto bene sin dal giorno in cui arrivasti a Roma, nell’entusiasmo generale. Per te la società pagò una cifra che non aveva mai speso per nessuno, neanche per Batistuta, neanche per Falcao. Con te - all’epoca lo dicevano tutti - avremmo finalmente vinto lo scudetto. L'Italia intera ti voleva, ma tu scegliesti Roma. E Roma ti prese in simpatia, capì subito che eri un ragazzo serio, uno pronto a dare tutto per la squadra, anche se le partite passavano e tu non riuscivi a fare gol. «Per ora sono una pippa» ammettesti, modesto come sempre. I compagni di squadra cercavano di aiutarti in campo e fuori, ti difendevano dalle critiche, sebbene a mezza bocca confessassero: «Non avevamo mai visto un attaccante che non segna neanche in allenamento».

Resterà nella nostra memoria quella volta in cui sei riuscito miracolosamente a buttarla in rete proprio contro la Lazio. Ma ci ricorderemo anche dell'incredibile partita contro il Viktoria Plzen, con l’intero stadio Olimpico che ti incitava, e tu rispondevi da par tuo, gettandoti con il corpo e con il cuore su ogni palla, ma senza mai prenderne neanche una, come un toro che si scaglia a testa bassa contro il torero e immancabilmente va a vuoto. Per rilanciarti la Roma le ha tentate tutte, ha pure provato a farti cambiare aria, ti ha mandato in prestito a giocare in città più tranquille, ma prima o poi quelli ti rispedivano indietro.


Adesso te ne vai in America, e anche se qualche tifoso ha sarcasticamente esultato in realtà la notizia della tua cessione è stata per noi un piccolo dolore, l’ammissione di una sconfitta. Ma non è detto che sia finita: a quanto pare una clausola del contratto consente alla tua nuova squadra messicana di restituirti al mittente se le cose andassero male anche laggiù. Ti auguriamo di no, ma chissà, magari prima o poi ti rivedremo a Trigoria, caro Juan Manuel Iturbe Arévalos, la pippa più amata dai romanisti.

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero