Roma, giunta Raggi: «Censiremo i campi poi la chiusura entro il 31 gennaio»

Roma, giunta Raggi: «Censiremo i campi poi la chiusura entro il 31 gennaio»
Sarà pronto entro il 31 gennaio il cronoprogramma per il superamento dei campi nomadi nella Capitale. È quanto emerso dalla commissione capitolina alle politiche...

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Sarà pronto entro il 31 gennaio il cronoprogramma per il superamento dei campi nomadi nella Capitale. È quanto emerso dalla commissione capitolina alle politiche sociali alla presenza dell'assessore Laura Baldassarre. Ad elaborare il piano sarà il tavolo per l'inclusione dei cittadini Rom, Sinti e Camminanti, che la scorsa settimana si è riunito per la prima volta. «La delibera è frutto di un percorso di approfondimento con l'obiettivo del superamento graduale dei campi rom. La strategia nazionale d'inclusione ragiona su un arco di tempo 2012-2020 e siamo in ritardo, stiamo lavorando per colmare il ritardo registrato in passato. Abbiamo voluto - ha detto l'assessore al Sociale Laura Baldassare - un cronoprogramma perché abbiamo voluto dare un'impostazione di metodo affinché non resti sulla carta: l'idea di avere campi dedicati a un'unica popolazione è quanto di più contrario alle norme europee». Ha concluso l'assessore in commissione:  «Dopo 13 anni torniamo a programmare sul sociale. Non avere oggi  dei dati significa non aver mai monitorato l'impatto delle azioni messe in campo dall'amministrazione comunale: è gravissimo».


Attacca da destra, Francesco Figliomeni, consigliere capitolino di Fratelli d'Italia: «A Roma si stima che i Rom presenti siano circa 15mila dei quali poco più di 5.000 risultano regolarmente censiti, con una spesa totale annua per i campi nomadi di circa 23 milioni di euro, una cifra ragguardevole se si pensa ad altre realtà sociali che non possono contare su fondi così importanti». Conclude l'esponente del partito di Giorgia Meloni: «Siamo d'accordo sulla chiusura dei campi nomadi come chiede Bruxelles, ma con azioni mirate perché alla chiusura dei suddetti dovrebbe corrispondere il fatto che queste persone debbano attenersi alle già citate regole di legalità, e non vivere di espedienti a danno dei cittadini romani»

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Il Messaggero