Roma, rom occupano case popolari, la Cooperativa assegnataria: «E' una lotta tra poveri»

Roma, rom occupano case popolari, la Cooperativa assegnataria: «E' una lotta tra poveri»
Dopo l’incendio a Salone, alcune famiglie sono scappate dal campo rom di via Salone dopo ave subito minacce dagli altri abitanti del campo. Storie che si ripetono ormai da...

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Dopo l’incendio a Salone, alcune famiglie sono scappate dal campo rom di via Salone dopo ave subito minacce dagli altri abitanti del campo. Storie che si ripetono ormai da anni. E la scorsa notte hanno occupato un palazzo a Centocelle. Donne e bambini, sono entrati in uno stabile di via dei Lauri. Ma non è un edificio qualunque. E sì perché di una struttura inserita nel progetto di autorecupero della cooperativa “Inventare l’abitare” (vincitrice di un bando pubblico nel 2003). «I legittimi assegnatari hanno vissuto una situazione paradossale. Hanno trovato, infatti, le loro future abitazioni occupate da famiglie a loro volta in difficoltà - spiegano gli esponenti della cooperativa - Questo accade per i ritardi colpevoli dell’amministrazione, proprietaria dell’immobile, che parla di progetti di autorecupero ma non fa nulla per completarli». 


«Il comune di Roma - spiegano - avrebbe dovuto terminare i lavori nel 2008 e invece oggi, a quasi 10 anni di distanza, questi sono ben al di là dall’essere conclusi - aggiungono da Inventare l'abitare - Con la nuova Giunta la musica non è cambiata: la cooperativa ha avuto un incontro lo scorso 10 ottobre con l’assessore Gatta dove è stato deciso che una delegazione tecnica sarebbe venuta a controllare gli ultimi lavori da fare nello stabile di via dei Lauri e che a breve sarebbe stato consegnato alla cooperativa. Il risultato è stato che il 10 novembre ci sarebbe dovuto essere il secondo incontro. Cosa che non è avvenuta e nell’incontro con Gatta avevamo denunciato la possibilità di occupazioni visto che erano arrivate delle segnalazioni». E poi aggiungono: «Vogliamo essere chiari con l’amministrazione comunale: è ridicolo ritrovarsi, dopo anni di lotte, a presidiare per tutta la notte la propria casa dove ancora non si può entrare, e fare da cuscinetto tra la forza pubblica e nuovi occupanti per una ennesima situazione che non può essere risolta con un semplice sgombero. Come se le persone scomparissero dopo ogni intervento della forza pubblica. Le persone esistono cara sindaca. Vogliamo che la cooperativa Inventare l’abitare veda rispettati gli impegni con la conclusione dei lavori legittimi di questo e degli altri progetti di autorecupero come quello di Grotta Perfetta che grida vendetta. Marginalità si somma ad altra marginalità, emergenza abitativa si somma ad altra emergenza abitativa: il comune crea solo il terreno per una guerra fra poveri, che noi rifiutiamo con forza. La cooperativa sta presidiando e continuerà a presidiarlo fino a che non verrà restituito». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero