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LA BLINDATURA
Se da una parte, però, la squadra di Virginia Raggi sottolinea il desiderio di blindare l'Ama senza che i privati possano entrarci, dall'altra la minaccia di non migliorare affatto questo servizio fondamentale per la città , è più che mai attuale dal momento che mancano dipendenti e mezzi ad hoc. Partiamo dalla situazione corrente: le strade della città sono tutt'altro che lenzuoli freschi di bucato. Basta vederla Roma senza sforzarsi troppo di cercare tra gli angoli dei cassonetti e dei palazzi: dai marciapiedi alle piazze, dai rifiuti che si intravedono tra i sampietrini del Centro fino ai miasmi di alcuni angoli della città Eterna. La bocciatura, del resto, è arrivata anche dall'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi nel report del 2017: «Anche dove la definizione contrattuale di strada sufficientemente pulita è rispettata, in un caso su 4 si trovano escrementi di animali e 2 volte su 3 altre violazioni al regolamento rifiuti». Perché finora, pur potendone approfittare, l'Ama (che da sola ha mostrato di non farcela), non ha mai fatto ricorso ad aziende private?
L'IMPASSE
Perché per certificare una determinata performance servivano determinate valutazioni negative. Più semplicemente, «Il Campidoglio spiega Natale Di Cola, segretario Generale della Fp-Cgil Roma e Lazio le avrebbe dovute certificare e non l'ha fatto». Un po' anche per risparmiare dal momento che qualsiasi gara extra avrebbe avuto un costo con riflessi che, considerate le finanze pubbliche, sarebbero ricaduti direttamente sui cittadini. Ora si esclude la possibilità di far ricorso a soggetti terzi, con un accordo raggiunto anche tra le parti sindacali, ma verosimilmente la situazione resterà inalterata.
IL SERVIZIO
Dov'è il problema? Nell'assenza di personale. L'obiettivo del Campidoglio è quello di spingere l'azienda municipalizzata a investire sul decoro e sulla pulizia, ma la società dovrebbe essere nelle condizioni di poterlo fare. «Negli anni conclude Di Cola 600 dipendenti decentrati proprio sulla pulizia e lo spazzamento delle strade sono stati gradualmente spostati sulla raccolta differenziata». E questo ha comparto la graduale diminuzione di figure da impiegare nel ruolo. In più, a gravare sulle condizioni correnti c'è anche lo stato dei mezzi, come le idropulitrici ad esempio, che risultano per il 50% malandate, rotte e che non sono state sostituite. Che fare? Escludendo una turnazione interna che priverebbe altri servizi della manodopera necessaria, non resta altra via se non quella di sbloccare le assunzioni. Ma con un consolidato che quasi certamente non verrà approvato nei tempi previsti (la scadenza del 30 settembre non sarà quasi certamente rispettata) il sistema pur con le migliori intenzioni rischia di fermarsi. Di nuovo. A danno unico della città.
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Il Messaggero