Roma, «Mandate i rifiuti all'estero»: l'ultima carta contro la crisi

Roma, «Mandate i rifiuti all'estero»: l'ultima carta contro la crisi
Pur di far sparire i mucchi di pattume che si ammassano sui marciapiedi e sulle strade di Roma, il Campidoglio chiede all'Ama di rivalutare una vecchia opzione finita in...

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Pur di far sparire i mucchi di pattume che si ammassano sui marciapiedi e sulle strade di Roma, il Campidoglio chiede all'Ama di rivalutare una vecchia opzione finita in soffitta: spedire l'immondizia dell'Urbe all'estero. Magari in Germania o in Austria, dove l'ultimo treno proveniente dalla Capitale, carico di sacchetti compattati dentro ai container, è partito giusto un anno fa. C'è il nodo dei costi: mandare la nostra spazzatura oltre confine non è economico, anzi: quasi 140 euro a tonnellata. Ma potrebbe essere la via più veloce per scacciare dalla Città eterna l'ombra dell'emergenza. L'opzione è stata al centro di alcune riunioni alla Direzione Rifiuti del Comune, il compito di sondarne l'effettiva praticabilità spetta ora al nuovo Cda dell'Ama, guidato dal presidente Luisa Melara e dall'amministratore delegato Paolo Longoni. Entrambi nominati dalla giunta Raggi il 7 giugno scorso, da questa settimana si insedieranno nel quartier generale di via Calderon de la Barca. Col compito di affrontare un'estate che si annuncia estremamente delicata.


Lo sanno anche in Campidoglio, che difatti ha chiesto alla municipalizzata di battere tutte le piste per aiutare la Capitale a uscire dalla crisi. Compresa la via dei rifiuti all'estero. Strada di non facilissima attuazione, va detto. Almeno in questa fase, col mercato quasi saturo, per un mix di fattori. La Gran Bretagna, per esempio, ha iniziato a spedire i propri rifiuti negli impianti dell'Europa continentale, perché nel frattempo sta ammodernando e costruendo altri inceneritori. La Cina dall'anno scorso non accetta l'indifferenziata dall'Occidente. E sulla stessa scia si stanno muovendo le Filippine e altri paesi del Sud Est asiatico. Altra tegola: ora pure la Campania potrebbe cercare una valvola di sfogo oltre confine, dato che l'inceneritore di Acerra deve effettuare lavori di manutenzione. Roma quindi deve muoversi in fretta. L'Abruzzo intanto a febbraio ha fatto sapere, tramite il neo-governatore Marco Marsilio, che potrebbe chiudere le frontiere alla monnezza di Roma da fine anno. Si vedrà.
Nel frattempo l'Esercito, come anticipato dal Messaggero, da ieri mattina presidia l'impianto di trattamento dei rifiuti a Rocca Cencia, l'unico Tmb di proprietà pubblica rimasto in funzione dopo il rogo che ha distrutto l'impianto gemello del Salario. La decisione è della Prefettura. L'obiettivo, ha detto ieri la sindaca Raggi, è «garantire la sicurezza dello stabilimento, dopo che un altro incendio era divampato all'interno dell'impianto il 24 marzo causando il blocco temporaneo della struttura». Davanti al Tmb andranno gli uomini della Brigata Sassari, gli stessi militari messi a guardia, nelle settimane passate, dei campi rom finiti al centro di inchieste per furti e ricettazione.

IL RIMPASTO

Per i rifiuti Raggi deve ancora trovare un assessore. Al momento ha ricevuto solo no. Per il Verde pubblico invece circola il nome di Laura Fiorini, grillina doc, vicina alla sindaca. L'opposizione intanto attacca la giunta: «Con il caldo si rischia l'emergenza sanitaria - dice Valeria Baglio del Pd - l'Ama è stata portata sull'orlo del collasso a causa delle scelte sciagurate della giunta su bilanci e piani industriali».

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Il Messaggero