LA STORIA. Animali "fantastici" e dove trovarli. Verrebbe da prendere in prestito il titolo dell'ultimo capolavoro della mamma di Harry Potter (J.K.Rowling) per...
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SECONDO LETARGO. Come raccontano dagli uffici del Colosseo, è appena passato il loro secondo letargo nel monumento, e si stanno svegliando in modo graduale. I ricci più grandi dormicchiano più a lungo, i cuccioli sono pieni di energia e già ormai sono svegli e attivi. Il luogo prediletto resta quello meno battuto dal pubblico (anche se i 16mila visitatori al giorno, però, non sembrano essere un problema per loro). Dormono e si aggirano, infatti, nella porzione del Colosseo interessata dal cantiere. Qui hanno scelto gli angoli più protetti, al coperto. Le abitudini alimentari restano quelle naturali, istintive, raccontano dal personale del Colosseo. «Proprio l'altra mattina ho visto che un cucciolo aveva in bocca un insettino». Ma appena possono, tra operai e staff del monumento, li accudiscono con qualche trancetto di pollo e frutta. «Non danno fastidio, sono dolcissimi, ormai ci siamo tutti affezionati. Appena arriviamo la mattina li andiamo a controllare. E loro sembra quasi che ci aspettino».
I GIOCHI. I più piccoli si fanno anche prendere in mano (sono lunghi pochi centimetri e quasi si appallottolano stanno perfettamente dentro il palmo di una mano). Quando sono arrivati? Subito dopo l'estate del 2015: avevano deciso che il Colosseo sarebbe diventata la loro casa. Probabilmente erano calati dal Palatino, in un'esplorazione vertiginosa. Una scelta insolita per questi animaletti "fantasti" da sottobosco, eppure si sono trovati a loro agio sotto ambulacri titanici e senza aree verdi. Ancora oggi la notte, raccontano dal monumento, sembra attraversino tutta la piazza e tornino a scorrazzare tra Foto Romano e Palatino. C'è da immaginarla questa lunga "marcia" dei ricci nottambuli nel cuore dell'archeologia romana. Uno spettacolo unico, che sta calamitando l'attenzione di tanti studiosi. Non a caso, il soggiorno dei ricci al Colosseo è strettamente monitorato e seguito anche dal personale tecnico delle associazioni naturalistiche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero