Roma, ricca anziana disabile spogliata del suo patrimonio e maltrattata dal badante aguzzino

Roma, ricca anziana disabile spogliata del suo patrimonio e maltrattata dal badante aguzzino
Invece di curarla, la teneva in condizioni disumane, spogliandola, nel corso degli anni, e con la complicità di farmacisti e liberi professionisti, del suo enorme...

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Invece di curarla, la teneva in condizioni disumane, spogliandola, nel corso degli anni, e con la complicità di farmacisti e liberi professionisti, del suo enorme patrimonio di beni mobili e immobiliari. Vittima del raggiro che l'ha quasi condotta alla morte, una ricca 63enne dell'Appio Latino, O. D. C., affetta da gravi disagi psichici. La donna fragile e bisognosa di essere accudita, stando a quanto finora ricostruito dagli agenti della Polizia locale, dopo la morte degli anziani genitori e del marito, era finita nelle grinfie di aguzzini senza scrupoli. Quattro le persone indagate al momento - ma presto potrebbero essere coinvolti nell'inchiesta anche notai e avvocati - per reati che vanno dai maltrattamenti alla circonvenzione di incapaci fino alla truffa. Si tratta oltre al badante, 38enne di origine libanese, di due farmacisti e un agente immobiliare. I caschi bianchi hanno trovato la donna in condizioni igienico-sanitarie definite «raccapriccianti»: era allettata in mezzo ai suoi escrementi, intorno a lei solo pacchetti di patatine e coca cola, gli unici prodotti con cui veniva nutriva, nonostante fosse diabetica. Una dieta che nel mese scorso l'aveva fatta finire in ospedale in gravi condizioni.

 

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Soldi e gioielli

 

Mentalmente instabile, fragile e sola, ma con la disponibilità di un patrimonio milionario, il badante - e non solo - non ha avuto scrupoli nell'approfittarne. Dopo essersi proposto come il suo angelo custode, ha cominciato a depredarla dei beni ereditati dalla famiglia, decine di appartamenti e ville in tutta Italia, avvalendosi anche della complicità dell'agente immobiliare di fiducia della signora.

O. D. C. aveva dovuto lasciare anche l'appartamento vicino Villa Borghese dove risiedeva fino a qualche anno fa per trasferirsi nei pressi della Caffarella. Ma anche quest'abitazione stava per volatilizzarsi. Intanto, le era stato prosciugato il conto corrente e le erano spariti i gioielli tramandati da generazioni. La cricca aveva messo le mani anche sulle altre case fuori Roma, nel Nord Italia e a Napoli. Invece di aiutarla, il badante infedele aveva fatto in modo di peggiorare le sue condizioni psico-fisiche rendendola ancora più vulnerabile. In cinque anni era riuscito a svendere le proprietà per cifre ridicole ad amici e parenti e, attingendo a piene mani ai conti bancari della donna e impossessandosi anche della pensione.

Le indagini sono partite da una intuizione del personale del VII Gruppo che, nel corso di un sopralluogo promosso dai Servizi Sociali a casa della donna, si è reso conto che il degrado in cui versava la 63eenne non era casuale o dettato dalla sua volontà, ma poteva essere il frutto di un disegno criminale ben architettato ai suoi danni da quelli che le si presentavano come amici. Gli agenti, con l'aiuto dei colleghi del Gruppo di sicurezza urbana, sociale ed emergenziale, hanno quindi avviato numerosi accertamenti ed esaminato migliaia di documenti, provenienti da tutta Italia, i cui risultati hanno portato ad alcune perquisizioni e a sequestri delegati dalla Procura di Roma effettuati l'altra mattina. Materiale che concorrerà alla redazione di una nuova informativa da inviare sul tavolo dei pm.

L'operazione, ribattezzata, «Quasi amici», dunque, è solo all'inizio. Occorrerà ripercorrere a ritroso il sistema di scatole cinesi che ha portato al dissolvimento del patrimonio della ignara signora, cristallizzando le singole responsabilità nella condotta. O. D. C., nel frattempo, è stata presa in carico dai Servizi sociali e accompagnata in una struttura riabilitativa protetta dove potrà ricevere le cure, ma anche l'affetto, di cui ha veramente bisogno.


 

 

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Il Messaggero