Ci sono il costruttore Domenico Bonifaci e l'ex assessore alla Riqualificazione Urbana del Comune di Roma della Giunta Marino, Giovanni Caudo, oggi presidente del III...
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Roma, il palazzo della Provincia torna nel mirino dei pm: «Abuso, frode e truffa» `
I pm hanno proceduto alla notifica della chiusura delle indagini, atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. I reati ipotizzati sono di corruzione, abuso d'ufficio e per traffico di influenze illecite. La vicenda nasce nel 2015. Le indagini svolte dal Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, si sono concentrate su presunti accordi illeciti intercorsi tra politici, dirigenti e funzionari del Comune di Roma ed imprenditori, tesi ad ottenere esito positivo nella definizione delle pratiche edilizie. Accordi che hanno puntato ad ottenere, a fronte di denaro o altre utilità, soluzioni condivise attraverso un iter amministrativo come agevolazioni nell'acquisto di appartamenti, l'abbattimento di mutui, il pagamento spese notarili e l'ottenimento di particolari incarichi professionali.
«Con riferimento al restauro di Palazzo Raggi - spiega in una nota la Gdf - un noto costruttore romano, proprietario dell'immobile tramite una sua società, avrebbe direttamente e costantemente, anche con l'ausilio dei collaboratori più fidati, tenuto i contatti con il Capo pro tempore del Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica del Comune e con alcuni funzionari al fine di scongiurare l'annullamento del piano di recupero dello storico palazzo romano».
Per quanto riguarda «la pratica edilizia delle Torri dell' Eur, l'allora assessore alla riqualificazione urbana del Comune - prosegue la nota - avrebbe fatto approvare il progetto come avente natura di restauro e risanamento conservativo (che non prevede alcun tipo di onere al Comune) anziché di ristrutturazione edilizia (che prevede invece il pagamento di oneri concessori e del contributo straordinario per la valorizzazione immobiliare, per oltre 20 milioni di euro), in modo tale da concedere, sfruttando anche le relazioni esistenti con alcuni funzionari del suo Assessorato e di altri uffici pubblici, il permesso di costruire in maniera difforme dalle previsioni con notevole risparmio di spesa».
Nel corso delle indagini sono emerse inoltre «irregolarità anche con riferimento ad altre due diverse pratiche edilizie.
Il Messaggero