Roma, scende dal treno e viene rapinata alla stazione Tiburtina: «Aveva la pistola, pensavo di morire»

Roma, scende dal treno e viene rapinata alla stazione Tiburtina: «Aveva la pistola, pensavo di morire»
Momenti di terrore lunedì pomeriggio alla stazione Prenestina. Nel via vai solito dei passeggeri, improvvisamente, è sbucato fuori un uomo armato di pistola che ha...

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Momenti di terrore lunedì pomeriggio alla stazione Prenestina. Nel via vai solito dei passeggeri, improvvisamente, è sbucato fuori un uomo armato di pistola che ha rapinato un'anziana della borsa. Il bandito con mascherina chirurgica e cappello ha puntato l'arma contro la donna pensando di portare a termine il blitz senza conseguenze. Ma i poliziotti che pattugliavano la stazione si sono subito resi conto di quello che stava accadendo, hanno chiesto rinforzi, e sono intervenuti.


Il bandito, trentenne di Albano, origini nomadi, ha fatto di tutto pur di non essere arrestato. Sul posto sono accorsi numerosi equipaggi delle volanti che si sono messi sulle sue tracce.

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LA CORSA
Il giovane, con la pistola alla cintola, si è messo a correre lungo la ferrovia mettendo a rischio la sua incolumità e quella degli agenti che lo inseguivano. Per oltre 500 metri è corso lungo i binari in direzione della stazione Serenissima. I poliziotti sono, comunque, riusciti a bloccarlo in una via secondaria lungo la Collatina. Fermato, il trentenne dovrà rispondere dell'accusa di rapina aggravata.
Gli agenti hanno preso la denuncia dell'anziana rapinata alla stazione Prenestina. «Stavo per andare a prendere il treno - ha raccontato la donna agli investigatori - quando mi è venuto incontro quell'uomo che mi puntava contro una pistola pretendendo il contenuto della borsa. Ho temuto di morire».


LA CONVALIDA
Ora le indagini proseguono per verificare che l'arrestato non abbia commesso altre rapine in zona o in altri quartieri. C'è il fondato sospetto che il nomade possa essere un bandito seriale. Come ha agito nei confronti della vittima alla stazione Prenestina, potrebbe avere colpito in altre situazioni sempre nei confronti di donne sole e indifese. Il trentenne è stato portato negli uffici del commissariato di Torpignattara dove gli agenti hanno iniziato a vagliare altre denunce di donne rapinate.


LE INDAGINI


I poliziotti vogliono verificare se è stato il nomade a compiere altri colpi anche in altri quartieri. Intanto lui, non ha confessato. Anzi, si è trincerato nel silenzio. Portato davanti al giudice di piazzale Clodio per il rito della Direttissima, il suo arresto da parte della polizia è stato convalidato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero