«Sedersi sulla balaustra di Corso Francia? Semplicemente da cretini. Prima o poi qualcuno cadrà e quando ci sarà il morto tutti a dire che si poteva...
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Da allora Fabio è andato in fondo a quella storia scoprendo che da mesi, tutti i giorni, decine di adolescenti sceglievano quel terrazzino in bilico sul nulla come ritrovo pomeridiano.
LA PETIZIONE
E pubblicando una petizione su Facebook rivolta ai genitori: «Fermiamo questa follia: facciamo qualcosa prima che qui succeda la tragedia». Centinaia di condivisioni. Sono seguite chiamate alle forze dell'ordine, mamme e papà sul piede di guerra, giorni di ronde. «Poi tutto come prima», si sfoga Alessandra Borghi che a sua figlia 13enne ha detto: «Se provi a rifarlo devi temere me più che la caduta». «Adesso sono tutti bravi a dire che è una cosa risaputa, che i ragazzi lo fanno da sempre. Ancora peggio: com'è possibile tollerare una cosa così pericolosa?». Denunciare certo, ma forse anche prevenire.
«Carabinieri e polizia capitano spesso lì, qualche volta gli fanno la ramanzina, li mandano via, che altro possono fare - dice Alessio Proietti, papà di un altro 15enne sorpreso sul ponte - Bisognerebbe multarli, fargli ripulire il ponte: ormai hanno imbrattato tutto il parapetto e la balaustra». Ma non basta. «Si dovrebbe pensare ad altre soluzioni, magari una rete o una ringhiera. Certo chi ha progettato quel ponte negli anni 30 non avrebbe mai potuto pensare che sarebbe stato utilizzato così». E le famiglie devono fare la loro: «Con altre mamme ci siamo promesse di controllare i vari profili Fb e Instagram dei figli - racconta Giorgia, 53 anni - e se vediamo foto o video postati da lì, ci avvertiamo subito. Questi ragazzi non si rendono conto che una bravata può costare la vita, che a 13, 14 anni si può morire. Non voglio aspettare di andare a piangere a qualche funerale per dire a mio figlio te l'avevo detto».
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Il Messaggero