Morta dopo crisi epilettica a Roma, il servizio di emergenza respinge le accuse: «Siamo subito scattati»

Morta dopo crisi epilettica a Roma, il servizio di emergenza respinge le accuse: «Siamo subito scattati»
Sulla tragica fine della ragazza di Tor Bella Monaca ci sarà un'indagine. Dopo la denuncia ai carabinieri e, soprattutto, dopo l'autopsia si saprà con...

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Sulla tragica fine della ragazza di Tor Bella Monaca ci sarà un'indagine. Dopo la denuncia ai carabinieri e, soprattutto, dopo l'autopsia si saprà con certezza le cause del decesso e se un pronto intervento avrebbe salvato la vita alla giovane di 23 anni.

 
GLI ORARI
Intanto però il servizio di emergenza 118, che oggi fa capo al numero unico 112, respinge l'accusa di eventuali ritardi nel soccorrere la ragazza colpita da crisi epilettica. Secondo la scheda, redatta la sera dell'11 gennaio, l'ambulanza è stata chiamata alle 21,02 ed è arrivata sotto la casa della giovane, a Largo Ferruccio Mengaroni a Tor bella Monaca, alle 21,10. Quindi in otto minuti, stando alla ricostruzione dei sanitari. Poi alle 21,18 l'ambulanza è ripartita dopo aver stabilizzato la paziente che è arrivata in ospedale, al Policlinico Tor Vergata, alle 21,23.

IL PRONTO SOCCORSO
Di sicuro, emerge da più fonti sanitarie, la ragazza, caricata in ambulanza in codice rosso, è giunta al pronto soccorso senza vita, il suo cuore ha smesso di battere forse durante la corsa al Policlinico o forse prima, saranno gli accertamenti della magistratura a stabilire se poteva essere saltava e si ci sono eventuali responsabilità nella gestione dell'emergenza. In ospedale, appena parenti e amici hanno capito che Raffaella non ce l'aveva fatta è successo un pandemonio: grida, insulti, calci, due infermieri strattonati e presi a botte, l'arrivo dei carabinieri.

LE AGGRESSIONI
E i medici che non riuscivano a gestire la situazione, le stanze del pronto soccorso si sono trasformate in bolge dantesche. A gridare di dolore e rabbia non erano solo i parenti di Raffaella ma anche i familiari di un ragazzo tossicodipendente, anche lui deceduto in modo improvviso. E anche in quel caso i parenti hanno aggredito i sanitari del reperto. Due episodi violenza ai danni di infermieri e medici sui quali la direzione sanitario sta attendendo le relazioni.


Il picco dell'influenza e il panico legato alla meningite hanno sovraccaricato gli ospedali con flussi straordinari di degenti e accessi al pronto soccorso. Questo non rende facile affrontare le emergenze che devono fare i conti anche con la carenza di posti letto: predisporre cure e smistare i pazienti trova spesso i medici soli in prima linea, bersaglio finale quando le attese si fanno estenuanti o quando la vita di un ragazzo si spegne all'improssivo senza un apparente motivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero