Roma, Ama taglia la raccolta. Protestano i negozianti: «Non paghiamo la Tari»

«Assurdo pagare la Tari se il servizio non c’è più». L’Ama taglia drasticamente la raccolta porta a porta dei rifiuti prodotti dagli esercizi...

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«Assurdo pagare la Tari se il servizio non c’è più». L’Ama taglia drasticamente la raccolta porta a porta dei rifiuti prodotti dagli esercizi commerciali e i negozianti, esasperati da una crisi che ormai si trascina da quasi un anno, minacciano il boicottaggio della tariffa. A innescare la polemica è la decisione dell’azienda di via Calderon de la Barca di «razionalizzare» il servizio dedicato alle utenze non domestiche, inaugurato nel 2018 con un appalto che sta avendo risultati considerati «deludenti» sia dalla municipalizzata sia dalle imprese incaricate, per le quali si sta rivelando «poco redditizio». Ora la società capitolina ha deciso di lanciare una nuova gara “ponte”, della durata di nove mesi, che riguarda otto dei sedici lotti scaduti: quelli dei Municipi I, II, IV, V, VII, IX, XII e XIII. Non senza conseguenze sulla raccolta.

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LE MODIFICHE
La “razionalizzazione” del servizio, immaginata da Ama, coincide con drastico taglio delle utenze servite, che passano da 30.795 alle 13.081 del nuovo bando ponte: meno della metà rispetto alla situazione attuale. Con migliaia di esercizi che, non usufruendo più del porta a porta, getteranno i loro rifiuti nei cassonetti, e col rischio di non avere certezze sulla differenziazione dell’immondizia e di peggiorare una situazione di sovraccarico dei cassonetti che spesso provoca accumuli di sacchetti per strada e sui marciapiedi. «Adesso il servizio è già molto peggiorato, con gli operatori dell’Ama che passano quando capita, senza alcun regolarità - sottolinea Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma - Senza porta a porta diventa davvero difficile soprattutto per i negozi del centro storico, dove non ci sono nemmeno i cassonetti stradali a disposizione».

LA CATEGORIA


In questo caso, aggiunge Giammaria, «non si capisce perché i commercianti dovrebbero continuare a pagare la Tari, con bollette molto elevate, in assenza di raccolta». Secondo Luciano Sbraga, direttore di Fipe-Confcommercio, «il porta a porta per le utenze non domestiche come i ristoranti richiede assoluta puntualità nei ritiri, perché non è possibile tenere l’immondizia nei locali per gli evidenti rischi connessi: igiene, cattivo odore, infestanti e altro». Le associazioni di categoria, peraltro, hanno già più volte chiesto al Campidoglio di sospendere i pagamenti della Tari di negozi e pubblici esercizi, per aiutare un settore in grossa difficoltà.
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Il Messaggero