La raccolta differenziata di vetro e plastica, in mezzo ai marmi

La raccolta differenziata di vetro e plastica, in mezzo ai marmi
Chi l’ha detto che a Roma la gente non vuole fare la raccolta differenziata? Una chiara smentita ci arriva dalla circonvallazione Gianicolense, al grande incrocio con via...

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Chi l’ha detto che a Roma la gente non vuole fare la raccolta differenziata? Una chiara smentita ci arriva dalla circonvallazione Gianicolense, al grande incrocio con via Quirino Majorana, dove c’è la fermata dell’autobus: un luogo sempre affollato ma che nasconde un angolo segreto. Dietro a una vistosa balaustra in marmo decorata con teste di leone e sormontata da un piccolo obelisco - arredo urbano lasciatoci in eredità dai romani di appena qualche decennio fa, un’epoca non tanto lontana eppure così diversa dalla nostra – dietro alla balaustra dicevamo, si può scoprire una catasta di bottiglie di vetro, bottiglie di plastica e lattine di alluminio.


Non è chiaro chi sia stato ad accumulare tutti quei recipienti vuoti, forse gli utenti dell’Atac che ingannano la lunga attesa dell'autobus godendosi una birretta, oppure i clienti di qualche rivendita della zona che amano fare bisboccia a bordo circonvallazione, ammirando il paesaggio del traffico metropolitano. Certo è che va apprezzata la diligenza con cui alcuni abitanti sono riusciti a stipare tutto quel materiale riciclabile, evitando di confonderlo con altri rifiuti indifferenziati. È vero che avrebbero potuto utilizzare i regolari bidoni collocati ad appena qualche metro di distanza, ma non si deve esagerare, non possiamo pretendere troppo dai nostri concittadini.

Ora bisogna solo aspettare che passi l’Ama a raccogliere, per avviare il recupero della materia prima negli appositi impianti di trattamento. Non mettiamole fretta, diamole qualche anno di tempo. Intanto la differenziata continuerà, in una piccola discarica a cielo aperto, è vero, ma quale altra città può vantare la bellezza di una discarica in mezzo ai marmi?

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero