Prostituzione a Roma, Raggi vuole l'arresto dei clienti ma l'Avvocatura frena

Prostituzione a Roma, Raggi vuole l'arresto dei clienti ma l'Avvocatura frena
La sindaca Raggi ha in mente un'ordinanza anti-prostituzione che punisca i clienti delle schiave del sesso con l'arresto fino a tre mesi (commutabile con un'ammenda...

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La sindaca Raggi ha in mente un'ordinanza anti-prostituzione che punisca i clienti delle schiave del sesso con l'arresto fino a tre mesi (commutabile con un'ammenda fino a 206 euro, tecnicamente si chiama oblazione). Una linea dura, durissima, già adottata dal collega Dario Nardella a Firenze. Che sulle sponde dell'Arno fa applicare l'articolo 650 del codice penale (Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene). Ma in questi giorni l'Avvocatura del Comune ha fatto sapere alla sindaca che l'ordinanza in questione sarebbe troppo rischiosa. E quindi impugnabile davanti al Tar. Il problema riguarda proprio il provvedimento da adottare, e cioè l'ordinanza che, come si sa, deve essere «urgente e contigibile». Con una durata stabilita nel tempo. Due mesi fa, Palazzo Vecchio infatti ha modificato l'ordinanza dandole durata massima di sei mesi.


LE DIFFERENZE
Gli avvocati del Campidoglio hanno detto dunque al Gabinetto della prima cittadina che servono ulteriori approfondimenti. Onde evitare, le hanno ricordato i legali capitolini, di ripetere l'esperienza di Gianni Alemanno, costretto quando era sindaco a ricorrere a ben sei ordinanze pur di farle rispettare. Raggi, però, sembra intenzionata ad andare fino in fondo, con la consapevolezza che, in assenza di una legge nazionale, debellare questo fenomeno con gli strumenti amministrativi sarà complicato.

LE NORME
Una mano gliela dà il decreto Minniti sulla sicurezza urbana e i conseguenti poteri ai sindaci. La sindaca vuole andare avanti e ha dato mandato al delegato per la sicurezza Marco Cardilli di esplorare tutte le strade possibili. Nel caso del modello Firenze la denuncia penale scatta non per l'atto sessuale a pagamento (che non è reato) ma per l'inosservanza di un'ordinanza comunale. Tutto però può essere estinguibile, a fini del casellario giudiziario del cliente, se si paga una multa di 206 euro. «Non sarà la soluzione, ma sicuramente servirà da deterrente», è il ragionamento che circola in Comune. I vigili, a cui spetterà applicare la disposizione, hanno in mano un dossier sulle vie del sesso: dalla Colombo alla Palmiro Togliatti passando per la Salaria.

IL PIANO B

Ma se i dubbi dell'Avvocatura dovessero far presa, il Comune ha in mente un altro piano. Ovvero passare dal nuovo regolamento di polizia urbana. Che già prevede la lotta a questo fenomeno aggrappandosi a motivi di viabilità, sicurezza dei residenti e igiene. La gestazione del regolamento in questione però sembra ancora abbastanza travagliata. Il documento deve passare prima dalla giunta, per essere poi approvato dal consiglio comunale. I tempi non sono decifrabili. E c'è il rischio che la faccenda vada alle lunghe. Da qui la richiesta all'Avvocatura per procedere con un'iniziativa motu proprio della sindaca. Intenzionata a non mollare questa battaglia di civiltà, come ha confessato ai più stretti collaboratori.

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Il Messaggero